lunedì 31 agosto 2009

Che manco in Africa...

1 euro e cinquantatre centesimi: è la cifra che spende un carcere italiano per il pasto di un detenuto. Un bimbo all’asilo, per dire, costa allo stato 5 euro circa, merendina esclusa.

mercoledì 26 agosto 2009

Cose che accadono

Mentre impazza il rilancio delle affermazioni di Noemi da Casoria, che non ha mai frequentato persone anziane a suo dire, devi stare bene attento nella lettura dei titoli dei giornali on line per trovare notizie come questa:

"Per protesta contro il mancato rimpatrio, un detenuto si è cucito materialmente la bocca e così ha ottenuto quanto per legge gli spettava. L’episodio, accaduto nei giorni scorsi nel carcere di Sollicciano a Firenze, è stato reso noto dal garante della carceri del Comune di Firenze Franco Corleone. Al detenuto, marocchino - ha spiegato il garante - restavano due anni da espiare ma la sua richiesta di rimpatrio non veniva accolta; così ha deciso di protestare cucendosi la bocca. Solo a questo punto la magistratura ha accolto la richiesta. Dopo essere stato medicato, per il marocchino sono cominciate le pratiche per tornare in Marocco".

sabato 22 agosto 2009

Orrore

Questa faccenda che nel Mediterraneo ci siano degli uomini che muoiono senza che nessuno li aiuti è mostruosa.
Non è una novità che dei migranti muoiano per i più svariati motivi, è terribile ma può succedere. Ma da un po' di tempo a questa parte Italiani e soprattutto Maltesi hanno assunto una posizione attiva: vedono ma lasciano fare.
Vedono le barche alla deriva ma non le soccorrono.
E' così, sono delle "rogne" i migranti, poi bisogna dar loro da mangiare, poi la "buona creanza" inventata dal diritto internazionale che stabilisce che sono esseri umani ci obbligherebbe a valutare se abbiano diritto all'asilo (e visto che molti provengono da stati dittatoriali...), e anche se così non fosse mica li puoi ributtare a mare con la stessa facilità con cui li hai pescati.
Perciò li vediamo, e ci giriamo dall'altra parte.
Ripeto, li vediamo morire, e ci giriamo dall'altra, come se cambiassimo canale.
Magari sono 80 in un colpo solo, magari vengono pure dall'Eritrea, uno Stato inventato e creato proprio dall'Italia quando si sognava imperiale.
Ma noi giriamo le motovedette dall'altra parte laissez faire, laissez passer, sono uomini neri.
Magari qualche vescovo ci ricorda che così non si fa, ma ecco Bossi il padano (che però governa l'Italia), in un improvviso sussulto laico, li rintuzza tacciandoli di dire sciocchezze senza che la Gelmini faccia ricorso.
Non è facile essere Italiani di questi tempi.

venerdì 21 agosto 2009

Link del giorno

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_20/superenalotto_stell_c7af1558-8d49-11de-ac5b-00144f02aabc.shtml

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_agosto_20/caldo_carceri_rivolta-1601685135166.shtml

Necessità sociale

Questi mondiali di Atletica sono bellissimi.
Mi sono sempre piaciute le gare di Atletica, ma questo "tartan" blu è davvero originale, bello. Non così belle sono le riprese teutoniche, anche se la tecnologia è ormai talmente meravigliosa da permettere di godere di un immenso spettacolo di energia e bellezza fisica e sportiva.
Quando il 23 finiranno avrò una piccola crisi di astinenza.
Nel contesto gli Italiani stanno purtroppo facendo una magra figura: niente medaglie sinora e se tutto va bene ne becchiamo una (incrocio le dita per il nostro marciatore).
I motivi sono tanti: alcuni dipendono dalla genetica, altri da una storia non sufficientemente multietnica (alla faccia di Maroni).
Però, però in passato abbiamo saputo dare e fare, oggi no.
Colpa anche della distruzione del sistema scuola che aveva, in un contesto di misera attenzione all'educazione fisica (considerata forse disciplina troppo fascista nell'Italia primorepubblicana), i "giochi della gioventù" e ora non li ha più.
Francesco Panetta, campione non troppo remoto frutto dei giochi della gioventù ha detto avant'ieri una cosa che mi ha colpito, che mi è (s)piaciuta: "In Italia lo sport non è percepito come una necessità sociale".
Ecco "una necessità", questa è la parola giusta, qualcosa di fondamentale per la formazione dei nostri ragazzi e per la costruzione della loro cultura.
Magari, anche della loro identità di Italiani.

Supersicilia

Ieri è "esplosa" sulle prime pagine dei giornali la faccenda delle "trattenute" che la Sicilia fa sugli introiti del Superenalotto. In pratica, ogni 100 euro giocati nell'isola 12,5 rimangono nelle casse dell'erario siciliano.
E' bene, è male? Il punto è che è l'unica.
In realtà questa è una non notizia, nel senso che la cosa non avviene da ieri, ma da sempre, solo che solo da ieri l'opinione pubblica ne è stata informata.
A me questa cosa dà molto fastidio. Lo considero un privilegio ingiustificato per una regione che ha certamente moltissimi problemi per i quali merita un'attenzione particolare, ma moltissimi problemi anche li causa e i metodi usati sinora dallo Stato per risolvere la questione non sono mai serviti a niente.
Dipenderà in parte questo da un'altra non notizia che però forse non tutti conoscono?
Il Presidente della regione Sicilia è talmente speciale che siede in Consiglio dei Ministri, per legge.
Lo sapevate?

mercoledì 19 agosto 2009

Inno

Erano gli anni '80 e il programma credo fosse condotto da Funari. Argomento, l'inno nazionale. Quello che abbiamo ha sempre fatto abbastanza schifo a tutti, tutti a lamentarsene (è brutto, è una marcetta leggera, l'elmo di Scipio che vuol dire...) e tutti a dire che forse era meglio Va' pensiero (chissà perché quello poi e non Di quella pira o meglio ancora per l'Italia un bel Libiamo nei lieti calici).
C'era in studio Katia Ricciarelli e in collegamento il maestro Mazza (che furoreggiava con Arbore in quegli anni), che osò, adeguatamente spronato dal conduttore, fare un arrangiamento del Fratelli d'Italia in tema di samba o qualcosa del genere.
Ira funesta della Ricciarelli! Che si levò sdegnata minacciando il povero Mazza addirittura di una denuncia per vilipendio al sacro canto nazionale.
Questo perché?
Perché con la faccenda Mameli-Verdi alcuni a turno o in sequenze ventennali ammorbano l'aria inutilmente da decenni.
Perché l'inno di Mameli è effettivamente parecchio brutto, ma non è questo che fa la differenza, ma la capacità evocativa connessa.
Perché mi piacerebbe sentirlo suonare in questi giorni di mondiali di atletica così meravigliosamente blu. Perché sono un italiano, storto e zoppo, ma italiano.
Perché se è vero che fatta l'Italia non siamo ancora riusciti a fare gli Italiani (come voleva d'Azeglio), non è scritto da nessuna parte che non possiamo farli e che questo progetto sia meno interessante del fare i Padani, i Campani, i Sardi.
Perché negli anni '80 ero giovane e certe discussioni erano relegate a programmi pomeridiani funariani e invece ora sono questioni parlamentari e questo è un segnale del peggioramento della già evidente poca coesione di un sentimento nazionale.
Perché il discreto e giusto lavoro per la costruzione di una memoria condivisa e di una sentimento nazionale condiviso fatto a suo tempo da Ciampi e con toni diversi da Napolitano viene vanificato da queste uscite da bar.
Perché non ne posso più dello "sfascia sfascia" a destra come a sinistra.

domenica 16 agosto 2009

da "banco a banco" a "Porta a Porta"

Quando si è in ferie, come in questi giorni, si passa qualche tempo in più a camminare per strada fra la gente e si ascoltano diverse opinioni anche su temi politici. E’ incredibile quanto sia severo e sdegnato il giudizio della maggioranza degli italiani ( e stranieri) verso Silvio Berlusconi, il suo Governo, i suoi Ministri, i leader dei partiti della sua Maggioranza. Gli italiani sono contro ogni forma di razzismo ( quindi detestano Bossi & C.); sono favorevoli agli investimenti per la scuola e le belle arti (per questo riempiono di insulti la Gelmini e Bondi); si inferociscono contro i ladri delle risorse pubbliche e gli stupratori della fede pubblica (quindi rimangono attoniti dinnanzi all’inguardabile Alfano circondato dai Dell’Utri, Previti & C.); imprecano per l’assenza di “certi” fatti dall’informazione pubblica ( rifiutano di vedere anche solo in foto un Gasparri, per esempio, oppure Fede, Belpietro o Vespa). Nei mercatini di paese, da banco a banco, incontro in questi giorni uno spaccato dell’Italia che non è distante dal mio modo di vedere le cose e giudicarle. Eppure, torno a casa, accendo la tv e vedo che governa Lui, sommerso dagli applausi elargiti da folle festanti e perfino commosse. Qualcosa non quadra. E’ realtà la vita nei mercatini di paese oppure è realtà quanto diffondo i Tg?

mercoledì 12 agosto 2009

Di Pietro and me

Nel coro unanime di indignati dalla sentenza del Tar del Lazio sulla non valutabilità dell'insegnamento della religione cattolica nel curriculum studiorum dei nostri ragazzi spicca una sola voce (ripeto una sola nell'intero arco costituzionale, come si diceva un tempo) che dice: "da cattolico sono d'accordo con la sentenza". Firmato Antonio di Pietro.
Vuoi vedere che mi tocca iscrivermi a IDV?

On-line

L'ho già scritto tempo fa ma ci ritorno su perché oggi ne ho avuto ancora riprova dopo che da un mese e oltre non compravo l'edizione cartacea del Corriere della Sera: la rilevanza che viene data alle stesse notizie nelle due versioni cartacea e on-line è in taluni casi molto diversa e non giustificabile. Sulla pagina principale on-line di oggi troverete grande foto di George Clooney qualificato come schiappa sessuale da una sua ex e grande foto della Merkel scollata in una guerra per i voti che si farebbe sexy in Germania (usando le scollature delle 60enni!).
Ebbene, nell'edizione cartacea questa seconda notizia occupa un riquadro piuttosto piccolo in basso negli esteri e con due fotografie molto piccole. La prima addirittura un trafiletto nelle brevi dello spettacolo senza nemmeno fotografia, solo 6 righe.
La domanda non cambia...perché?
Perché on-line si dà così spazio al frivolo? al leggero al poco importante? Perché on-line non ho di primo acchitto l'editoriale di Pierluigi Battista e il "pezzo" di Stella sul raffronto tra scuola del nord e scuola del sud?. Non è che i pezzi non ci siano, ma me li devo andare a cercare nell'indistinto, nel caos fotografico di poco conto, nell'insulso.

martedì 11 agosto 2009

Lega sarda d'azione

Come spesso mi capita, per pigrizia, dirò brevemente e rozzamente concetti sui quali dovrei soffermarmi di più per spiegarmi a dovere, e sui quali comunque ogni tanto torno. Insomma, detto che tutte le scempiaggini che spara la Lega recentemente ci fanno imbestialire, detto che la Sardegna ha le sue "specificità" innegabili, non è che faremmo bene a paragonare le irragionevoli parole e azioni della Lega ad alcune parole e azioni portate avanti dal nostro autonomismo-sardismo-nazionalismo-indipendentismo per decenni e che ci sembravano e sembrano del tutto ragionevoli quando ne parliamo noi e irragionevoli quando ci provano gli altri?

sabato 8 agosto 2009

Cose gravi

Ieri il sig. B ha fatto la sua conferenza stampa pre-vacanziera.
Non l'ho ascoltata, sopporto sempre meno la sua voce, ma soprattutto le cose che dice, sempre così allegramente superficiali e battutiere. Il solito tarallucci e vino. Ma, come spesso accade, ho fatto male, perché finito di dire le solite banalità sull'Italia unico paese al mondo che regge la crisi alla grande (provate a passare davanti alla Charitas e ne riparliamo) parte la serie delle domande giornalistiche.
Lì il copione diventa un po' più flessibile, quasi tutta la stampa è appecoronata ormai, ma a lui non basta e appena una del tg3 gli fa una domanda (non è importnate quale) lui reagisce così:

«Lei appartiene a una testata che ieri ha fatto quattro titoli tutti negativi e di contrasto all’attività di governo. Credo che sia una cosa che non dobbiamo più sopportare, non possiamo più sopportare: che la Rai, la nostra televisione pubblica sia l’unica televisione al mondo che, con i soldi di tutti, attacchi il governo. Siamo maggioranza, non vogliamo fare ciò che l’altra maggioranza di sinistra ha fatto in passato, quando la Rai ha continuato ad attaccare l’opposizione». Ha poi aggiunto: «Quindi non è vero che c’è la libertà di stampa o di televisione e che compito di un media è quello di attaccare chi governa...». E poi l’affondo finale, su cui vale la pena riflettere: «Il mandato che io vorrei che la nostra televisione pubblica avesse, e che è il mandato che corrisponde (ho sondaggi precisi al riguardo) alla volontà degli italiani che pagano la Rai con i soldi di tutti, è che la Rai faccia veramente il servizio pubblico e che non attacchi né governo né opposizione».

Io sono sempre stato e voglio continuare ad essere prudente prima di fare affermazioni sulla Democrazia nel nostro Paese. Ma queste sono parole molto gravi.

giovedì 6 agosto 2009

Rifornimento

La benzina e il gasolio aumentano ancora di prezzo. Ma non è di questo che voglio parlare. Il salasso quotidiano riguarda tutti e tutti lo piangiamo segretamente come un fenomeno naturale ineluttabile. Nessuno discute troppo a lungo del fatto che piove a dirotto o fa troppo caldo cercando delle soluzioni politiche. (Sì vabbe' lo so che i tg non fanno che parlare del caldo e del freddo, ma al tg è da mo' che hanno smesso di parlare della realtà).
Quello che mi ha interessato nei giorni scorsi è un fatto tutto sardo che mi ha fornito una notizia vera. Lo sciopero degli operai Eni di Porto Torres ha coinvolto anche quelli del Sud dell'isola bloccando la produzione per giorni. Si è quasi arrivati al collasso del sistema energetico basato sugli idrocarburi in Sardegna (anche se la cosa non è stata enfatizzata granché, molto più chiaro è emerso che essendo fine luglio c'erano oltre 30° di temperatura quasi dappertutto).
E vabbe', e quindi? E quindi vien fuori che per alcuni giorni la Esso e la Shell e tutte le altre che non fossero aziende del gruppo Eni (Agip, Ip) si ritrovano con poco gasolio e benzina perché l'Eni privilegia il suo gruppo (se devo togliere, tolgo prima agli altri, egoistico ma anche questo direi "naturale").
Ed ecco dunque quella che per me è la notizia. Tutto il gasolio e tutta la benzina che mi ritrovo nei rifornitori sardi è sempre la stessa, sempre prodotta a Porto Torres o alla Saras. L'Eni in Sardegna produce e rifornisce tutti, cambia solo l'etichetta del prodotto. Non c'è nessuna differenza, la blu-diesel dell'Agip è uguale al super-gasolio Shell (quello della Ferrari, per intenderci). Già questo non è molto leale visto che ognuno vanta la sua "roba" come se fosse la migliore e invece è uguale a quella di tutto gli altri.
Ma soprattutto i prezzi sono diversi, molto diversi, e la cosa non dipende dal fatto che la Shell porta la sua "roba" dall'Inghilterra (stato dove ha sede), perchè la "roba" è fatta qui, né perché la "roba" è migliore, come se ci fossimo mai accorti di una differenza di sapore.
Niente è solo politica dei prezzi diversa è solo un cartello che stabilisce che in Italia i prezzi li fa l'Eni e gli altri vanno a salire per non pestare i calli.
E tutti siamo contenti.

mercoledì 5 agosto 2009

Buona educazione

«Penso che una società esprima un senso della morale comune.
I rappresentanti politici che sono chiamati a ben governare, a far prosperare la comunità, sono anche tenuti a salvaguardare i valori che essa esprime, possibilmente a elevarli. Non credo, quindi, che un uomo politico possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata». Barbara Berlusconi.

Barbara ha ragione e non chiamatela ipocrita, solo perché dopo aver detto questa frase in un'intervista ha dovuto invitare i giornalisti a non "strumentalizzare" e "estrapolare" ciò che ha detto. Leggetela bene la frase: "i politici che sono chiamati a ben governare e a far prosperare la comunità". Barbara l'ha detto chiaro: non parlava di suo padre!

domenica 2 agosto 2009

Ancora sulla RU486

Quanto mi abbia deluso Sacconi nel corso dell'ultimo anno l'ho già ripetuto più volte. Ieri, dopo l'approvazione della RU486 da parte dell'Aifa è subito intervenuto per invitare l'agenzia del farmaco a dare immediate linee guida che ne limitino a dovere l'uso.
Le solite cose "all'italiana" (cito Elena Loewenthal su La Stampa di ieri), la RU si può usare ma non si può usare.
Perché la donna, come deve partorire con dolore, deve anche abortire con violenza e invasione di corpo. Come se quella scelta non fosse di per sé dolorosa e punitiva. Perché la questione è sempre legata alla punizione fisica che deve essere connessa alla "orribile colpa" rappresentata dalla scelta dell'aborto.
Eva sarà sempre colpevole, colpevole del suo corpo, colpevole delle sue scelte, colpevole di non farsi solo vaso e utero.

p.s.: l'RU486 non mi entusiasma perché non vi è nulla di entusiasmante nell'aborto.

Scoperte

Ieri c'è stato un brutto incidente nautico nel mare di Napoli e purtroppo un uomo è morto. Un sacerdote, vicario dell'arcivescovo di Napoli o qualcosa di simile.
La cosa ha avuto un "rilancio" nazionale, ne hanno parlato anche al tg1. Non ne capivo il perché, a dire il vero, anche se il fatto era grave, forse il suo corpo è stato addirittura straziato dalle eliche, poveraccio.
Però non capivo perché tanta importanza, poi hanno aggiunto che era il cappellano della sede Rai di Napoli. E così ho scoperto che le sedi Rai hanno i cappellani, come l'esercito e gli ospedali.
Ora resta solo la domanda: perché la Rai ha i cappellani nelle sue varie sedi?

Trovo

Trovo che D'Alema (e non solo lui) negli ultimi anni abbia dovuto riaffermare un po' troppe volte la frase "non siamo una banda di criminali".

Da morire dal ridere

L'ex segretario del PD, sì proprio lui, Walter l'Africano, ha scoperto che in Italia c'è un grave conflitto di interessi che rappresenta (udite udite) "un vulnus" per il nostro sistema democratico!
Sono parole pesanti ma accorte, che evidenziano un grave problema del quale pochi si erano accorti. Nessuno aveva notato sinora la coincidenza della proprietà e del controllo dei sistemi di comunicazione di massa nelle mani di una sola persona in ben tre fasi distinte nell'ultimo quindicennio.
Walter mi ha aperto gli occhi, e la cosa meravigliosa è che ha anche già approntato la soluzione, rapida: una legge che regoli il conflitto.
Magnifico, così, nel 2070, quando il centro-sinistra riprenderà a governare, magari, sulla base di quel testo, ci facciamo una nuova bicamerale.



http://www.corriere.it/politica/09_agosto_01/veltroni_conflitto_interessi_pdl_d59070be-7eb6-11de-812c-00144f02aabc.shtml