Da non poco tempo sono vittima indulgente di un fenomeno tipico dei quarantenni che non credo si possa definire solo con la parola nostalgia, più adatta è sicuramente la definizione di invecchiamento. Ad ogni modo, tale fenomeno è naturalmente caratterizzato da un frequente riferimento al proprio passato in modo anche solo relativamente conscio. Banalità della mezza età.
Tutto per dire che proprio ieri mi arriva un pacco contenente la più recente e goduriosa tecnologia per il 45enne amante della musica e del cinema, che si concede un raro investimento sulla propria persona e sul proprio esclusivo piacere, e all'apertura dello stesso vengo assalito da un odore meraviglioso di oli e di metallo che mi gettano indietro nel tempo. Al 1984 se ben ricordo, quando dentro un mobiletto appositamente sventrato nella mia stanza inserivo religiosamente un lettore di videocassette betamax Sony di dimensioni disumane, col quale negli anni successivi avrei drogato la mia adolescenza a base di film e documentari (imparando in tre secondi netti persino a programmare il timer di quell'incredibile cassone per poter videoregistrare i documentari de La vita sulla Terra di sir Attenborough doppiato da Pino Locchi -ancora non sapevo che fosse Pino Locchi però-, prima di partire per le vacanze estive). Quell'odore di metallo e oli mi avrebbe accompagnato per anni senza che io potessi allora immaginare che 20 anni dopo l'avrei ricordato così intensamente e così casualmente e con così grande piacere.
Certo, banalità di una vita banale, niente da paragonare a una nave da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione, ma insomma, alla fine io questo c'ho da aggiungere lacrima dopo lacrima alla pioggia.
giovedì 15 agosto 2013
giovedì 8 agosto 2013
Basta con Severgnini
Che poi, i luoghi comuni, come molti luoghi comuni, mica sono recenti: "Ma la vera Sardegna, quella che conserva dall'aurora nebulosa della sua storia in poi il carattere, le usanze, i costumi, non l'abbiamo ancora incontrata sulla nostra strada [...] bisogna addentrarsi lontano, nella montagna, per ritrovarla, ma pure, quante sorprese per colui che s'avventura", Gaston Vuillier, Isole dimenticate, edito nel 1893, mentre il suo viaggio fu fatto nel 1890.
sabato 3 agosto 2013
Bologna ieri
Ieri era l'anniversario della strage di Bologna. E per me, nella memoria, è come se fosse ieri, ma ieri davvero.
E invece sono 33 anni.
E invece sono 33 anni.
giovedì 1 agosto 2013
Sassari in carthulina
Qualche mattina fa sono passato in auto intorno alle undici
e mezza sulla rotatoria del mercato e ho visto una famigliola di turisti probabilmente
stranieri col solito padre armato di guida che ossservavano il cancello chiuso
della discesa del Rosello. Ho sorriso amaramente ripensando alla solita frase
"Sassari città turistica" e a quante volte ho visto piccoli gruppi di
disperati in ciabatte, privati della spiaggia da una maestralata o dalle
allucinazioni culturali del solito padre armato di guida, che si recano a
"Sassari città turistica" e si ritrovano davanti a cancelli chiusi o
al contrario entrano entusiasti nelle 2 sale del museo G.A. Sanna ("uno
dei più importanti d'Italia", questa è una citazione ma per pochissimi
proprio).
E mentre pensavo queste cose, sempre sulla rotatoria, mia
moglie mi fa: "Chissà che ricordo avranno quando tornano a casa". E
mi è venuto prima da dire: "Il solito ricordo delle città del Sud, no?,
così pittoresche proprio perché disorganizzate", ma poi ci ho ripensato: e
invece no, perché noi, non solo Sassaresi, direi tutta o quasi l'isola,
sappiamo unire in noi la disorganizzazione e approssimazione del più profondo
Sud, senza però averne quella sorta di incomprensibile allegria, quel
menefreghismo allegro e quasi cantato che si incarna negli stessi accenti e
nelle lingue del Sud. Ci manca completamente la psicologia del suk che fa tanto
Sud, anche perché siamo sempre stati poveri come nessun altro, chi se lo poteva
permettere il suk? Siamo silenziosi, rancorosi, bui, come se fossimo nati nelle
brume della Normandia (che ne so poi io della Normandia), e disorganizzati e
sciatti come nei peggiori quartieri di Napoli.
Ecco cosa mi rimarrebbe a me tornatomene a casa, una straniante
tristezza.
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