venerdì 29 giugno 2012

Diritto del lavoro

Quando decidi di proclamare uno sciopero in fabbrica in coincidenza con la partita dell'Italia contro la Germania, poi, non stupirti se diventa più complesso andare a trattare con quello schiavista di Marchionne.

2013

Non mi voglio sbilanciare, perché l'accordo della notte è ancora troppo giovane e i mercati sono sempre nervosi, ma ma lo faccio e Monti, a questo punto, è il miglior candidato alla presidenza del consiglio per il 2013.
p.s.: lo era anche prima secondo me, ma insomma.

giovedì 28 giugno 2012

Damme 'a 2

Ora lo dico: per le elezioni preferisco un'alleanza PD UdC a una PD SEL IdV.
Quanto è libberatorio aho'.

Mario Monti

Su di lui ho già fatto alcune riflessioni. Ma stamani mi è venuta in mente una cosa su quest'uomo così compassato e ben educato. Così borghese, detto anche con l'accento così scioccamente spregiativo che diamo noi Italiani a questo termine. Mi è venuta in mente pensando anche a quella foto del '53 che lo ritrae ragazzino già pettinato come ora, con gli occhiali uguali a quelli che ha ora e che mi ha fatto pensare "ma questo non si è neanche emancipato dalla sua immagine di ragazzino studioso amato dalla mamma, figurati salvare l'Italia". E mi è venuta in mente pensando che ad ore deve incontrare gente tosta, politici "veri", che picchiano durissimo, e, diciamoci la verità quelle sue reiterate affermazioni sull'aver sconfitto Microsoft, sì, ci piacciono, ma non ci hanno mai convinto del tutto, anche se erano vere, i fatti sono lì a dimostrarlo. "Pronto a trattare a oltranza" ha detto. Bof, è il pensiero dominante di risposta.
E come dicevo stamani mi è venuta in mente questa frase, letta tanti anni fa, che mi ero segnato perché mi era piaciuta tanto, anche se la trovavo testimonianza di un tempo che non è più o che non è mai stato:
"E' pur vero che non l'istitutore ma nostro padre ci insegnò a dire vorrei invece di voglio. Aggiungendo che l'esitazione implicita in quella forma verbale nulla avrebbe tolto alla fermezza della volontà quando si fosse trattato di volere il bene". Nina Ruffini, cugina di Edoardo Ruffini, uno dei 12 professori italiani che preferì il licenziamento al giuramento di fedeltà al Fascismo.

Una cosa di Sinistra

A parte il solito tono insopportabile che ha e che rende indigesto tutto ciò che dice, non riesco a capire cosa ci sia di scandaloso nelle parole di Elsa Fornero sul lavoro.
E questo è quanto.

mercoledì 27 giugno 2012

Due banalità sulla ZTL

Ho fatto lunedì una delle mie poche passeggiate pomeridiane in centro e ho notato due cose prive di riscontro statistico:
1. nella zona via Luzzatti-largo Cavallotti tutti, dico tutti, i negozi avevano la scritta di protesta "cèdesi per trasferimento a Predda Niedda", compresi quelli che a Predda Niedda ci sono già (vedi Perella), quindi una fronda, ma non inconsistente come si vorrebbe far credere.
2. nella stessa zona il traffico pedonale era decisamente intenso, non dico ai livelli prenatalizi, ma c'era davvero parecchia gente che passeggiava, quindi se i consumi sono calati, c'è qualcosa che (non) va oltre la ZTL (e credo che la crisi economica mostruosa abbia un ruolo non indifferente).

lunedì 25 giugno 2012

Gol

Questa Nazionale, mi spiace, proprio non mi smuove, e non lo fa da parecchio (forse addirittura dal quel 1990 dell'Italia di Vicini che era bella e di bel gioco), perché gioca male.
E anche ieri, l'Inghilterra era peggio dell'Irlanda, ecco le ragioni di un dominio sterile. Non si riesce a segnare neanche in 3000 minuti altro che 120.
Ma il punto non è questo, a dire il vero se avessimo perso contro l'Ucraina toh, me ne sarei andato a letto tranquillo.
Ma vincere contro gli Inglesi o i Francesi... Forza Italia, Forza.

giovedì 21 giugno 2012

E adesso, adesso cinema!

Ieri c'era la Guerra dei mondi. Non il miglior film di Spielberg e non sto a farla lunga sul romanzo letto da ragazzino e sulla versione radiofonica di Orson Welles. Però l'ho riguardato, lo faccio sempre più spesso di riguardare, invecchiando. E nonostante non sia il miglior film di Spielberg (già detto) ho colto di nuovo questa evidente metafora della Shoah che ha voluto inserire come messaggio di sottofondo dell'intero film: in una delle scene iniziali, quando gli uomini vengono inceneriti dal raggio alieno e lui si ritrova ricoperto di ceneri umane; nelle riprese degli incolonnamenti di esseri umani che non sono realmente in fuga, bensì chiaramente pronti per il macello; in una frase di Tim Robbins: non è una guerra, è uno sterminio.
Ma quello che più mi piace in Spielberg (che è un gigante), e che rende in maniera molto più efficace nella prima ora di Salvate il soldato Ryan, è la sua capacità di esprimere il senso della mostruosa casualità della morte. Dato intrinseco alla morte stessa ma che viene esaltato proprio in episodi "di massa", come la guerra e come la Shoah, appunto (e Levi che la Shoah l'ha vissuta questa cosa la dice bene: la sfacciata fortuna).
E siccome sono scemo la cosa che mi ha colpito è che due giorni prima mi ero segnato una frase di Ernst Juenger che suona così: "Non lo spaventava la morte - questo era certo -, ma quella casualità, quel moto barcollante attraverso lo spazio e il tempo che qualsiasi movimento poteva sprofondare nel nulla. Quella sensazione di custodire un valore e tuttavia di non essere più che una formica che il passo sconsiderato di un gigante calpesta sul ciglio della strada". Interessante, anche se secondo me non direttamente collegato, anche che Juenger qualche anno dopo queste frasi sarebbe diventato filonazista.

lunedì 18 giugno 2012

Italianismi


Ci sono cose che da Italiano mi appartengono e mi piacciono anche, anche se non sono producenti. Per esempio, mi è sempre piaciuto che gli Italiani, almeno così mi pare, non soffrano della spocchia tipica dei Francesi; né della feroce determinazione dei Tedeschi. Mi piace questa cosa qui, che Biagi chiamava l'umanità degli Italiani. Ma a pensarci bene, questa caratteristica è intrisa di problemi: soffriamo costantemente di una sorta di senso di inferiorità (se non ingiustificato almeno non sempre giustificato) che poi ci impiomba le gambe, ci fa mancare di coraggio e ci spinge a tirar fuori lati di noi stessi poco piacevoli: la furbizia, la sparagninità, il desiderio di fuga e di irresponsabilità, l'infantilismo.
Dice, dove vuoi arrivare? C'è che in questi anni di crisi, difficili per tutti e di più per l'Italia, i nodi arrivano al pettine e si cercano soluzioni, le meno dolorose possibili e questo è giusto e ovvio. E però spesso nei nostri discorsi inutili sulla crisi del debito, come se fosse nelle nostre mani (di comuni cittadini che fanno discorsi da pensionati) uscirne, si tira fuori l'Argentina che ha fatto default "e guarda ora come se la gode"; o quasi si spera che la Grecia esca davvero dall'Euro, perché poi ne usciamo anche noi "e svalutiamo e poi ce la godiamo"; e oggi ho letto un articolo che riprende un'idea di Luigi Zingales sulla ristrutturazione del nostro debito "come ha fatto l'Uruguay".
Ora, io lo so che quello che sto per scrivere è un po' spocchioso e offensivo per Argentini, Greci e Uruguayani, ma dico: noi siamo l'Italia, e sino a prova contraria siamo ancora la settima potenza economica mondiale e sarebbe il caso che ce ne ricordassimo in questa maledetta condizione, che sarà pure insostenibile ma lo è anche perché siamo grandi e grossi e molto infantili e pensiamo a soluzioni che non sono soluzioni, ma veri e propri massacri e hanno riguardato Paesi molto molto più deboli del nostro.

venerdì 15 giugno 2012

La Nazionale 2

Appena finita la partita, in studio, un trionfo di "speriamo non accada come nel 2004 che fecero l'inciucio". E qui e lì e vedrai che no, ma sarebbe una beffa e via discorrendo.
E mi sono detto: ma se avessimo vinto questa benedetta partita, che bastava niente, non sarebbe stato meglio, e se poi quelli davvero pareggiano, lunedì, ma vorremo davvero dar la colpa a loro, o non sarà nostra responsabilità? Ma davvero in questo Paese non riusciamo a prenderci la responsabilità su niente?
E allora mi è venuto in mente il debito pubblico.

La Nazionale

Per tutta una serie di fattori ieri alle sei e mezza non ero a casa. Avevo in mente di guardare la partita ma insomma è andata che poi senza dolori tornavo a casa proprio mentre dallo spiazzo dell'area ecologica sentivo il boato sul gol di Pirlo.
E guardandomi attorno era cosa molto evidente che non ero l'unico a ignorare la partita. Certo erano le sei e non le nove di sera, ma le strade erano piene di auto e non c'erano solo i "disperati" che ancora lavoravano: ai giardini ero passato un minuto prima: pieni, pieni di bambini (che in genere guardano la Nazionale coi padri) e anche molti genitori maschi.
Quindi, un dato è certo, questa Nazionale "non scalda i cuori"; ma mi pare anche che ci sia un altro aspetto: la gente ha altre cose a cui pensare.

mercoledì 13 giugno 2012

L'adolescenza ai tempi della crisi

Apro Facebook, e accanto alle solite riflessioni sgrammaticate sulle promozioni e le bocciature, trovo due ragazzi miei ex studenti, uno di 13 e l'altro di 18 anni (quest'ultimo un po' più grandetto lo ammetto) che linkano due foto: una sul passare dal "lavorare di più per guadagnare di più" al "cercare lavoro"; e l'altro una foto su un pastore sardo che cerca lavoro. Ecco, volevo dire, io a 13 anni a tutto pensavo tranne che a questi temi, e a 18, beh, idem, erano i gloriosi anni '80 e tutti eravamo ricchi facendo quei debiti che oggi dobbiamo ripagare e che fanno crescere più in fretta i miei studenti.

lunedì 4 giugno 2012

Usiamo i detenuti

Credo di capire quale è lo spirito della proposta del ministro Severino, quando dice "usiamo i detenuti per ricostruire l'Emilia". Dirò di più, sono certo che molti detenuti sarebbero entusiasti di entrare in azione.
Eppure, sul fondo, sento sempre quella strana sensazione da "lavori forzati" che mi suona così male.