lunedì 18 giugno 2012

Italianismi


Ci sono cose che da Italiano mi appartengono e mi piacciono anche, anche se non sono producenti. Per esempio, mi è sempre piaciuto che gli Italiani, almeno così mi pare, non soffrano della spocchia tipica dei Francesi; né della feroce determinazione dei Tedeschi. Mi piace questa cosa qui, che Biagi chiamava l'umanità degli Italiani. Ma a pensarci bene, questa caratteristica è intrisa di problemi: soffriamo costantemente di una sorta di senso di inferiorità (se non ingiustificato almeno non sempre giustificato) che poi ci impiomba le gambe, ci fa mancare di coraggio e ci spinge a tirar fuori lati di noi stessi poco piacevoli: la furbizia, la sparagninità, il desiderio di fuga e di irresponsabilità, l'infantilismo.
Dice, dove vuoi arrivare? C'è che in questi anni di crisi, difficili per tutti e di più per l'Italia, i nodi arrivano al pettine e si cercano soluzioni, le meno dolorose possibili e questo è giusto e ovvio. E però spesso nei nostri discorsi inutili sulla crisi del debito, come se fosse nelle nostre mani (di comuni cittadini che fanno discorsi da pensionati) uscirne, si tira fuori l'Argentina che ha fatto default "e guarda ora come se la gode"; o quasi si spera che la Grecia esca davvero dall'Euro, perché poi ne usciamo anche noi "e svalutiamo e poi ce la godiamo"; e oggi ho letto un articolo che riprende un'idea di Luigi Zingales sulla ristrutturazione del nostro debito "come ha fatto l'Uruguay".
Ora, io lo so che quello che sto per scrivere è un po' spocchioso e offensivo per Argentini, Greci e Uruguayani, ma dico: noi siamo l'Italia, e sino a prova contraria siamo ancora la settima potenza economica mondiale e sarebbe il caso che ce ne ricordassimo in questa maledetta condizione, che sarà pure insostenibile ma lo è anche perché siamo grandi e grossi e molto infantili e pensiamo a soluzioni che non sono soluzioni, ma veri e propri massacri e hanno riguardato Paesi molto molto più deboli del nostro.

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