domenica 4 marzo 2012

Non siamo pronti

Uno degli aspetti più interessanti sulla crisi economica è la sostanziale impreparazione psicologica che la maggior parte di noi dimostra nei confronti della possibilità concreta di un peggioramento della situazione mondiale e personale.
Insomma, se tu spieghi che sta accadendo, che stiamo diventando più poveri, tutti più poveri, e che quindi in Occidente non avremo più le stesse cose, e che quando saremo pensionati saremo tutti affamati e poveri, insomma che il futuro sarà peggio del passato, ecco tutti lo ammettono, ma alla fine è qualcosa di difficile da concettualizzare, da far proprio. E' il principio delle sorti progressive e inarrestabili dell'umanità o se volete dell'escatologia cristiana o quel che vi pare, che fa fatica a essere messo da parte. Oltre a ciò bisogna ammettere che certe cose ancora progrediscono (vedi alla voce tecnologia per esempio), quindi pensare al nostro futuro come a un luogo senza viaggi in aereo e in automobile perché non abbiamo i soldi, chiudere con gli abiti firmati e cose del genere, sono concetti che si accettano solo come temporanei, e non come duraturi.
Eppure questo è possibile, per il semplice fatto che è così che vanno le cose, perché il 2013 o un qualsiasi anno del nostro futuro è altrettanto buono come il 1939 per veder scoppiare una guerra mondiale e non c'è niente di più stupido che pensare che no, che ormai, che giunti nel XXI secolo...
Il XXI secolo è nel bel mezzo di un lungo elenco di secoli pronti a diventare passato remoto e arretrato come l'XI e perfettamente adatto a diventare sanguinoso e triste come tutti quelli che lo hanno preceduto e che lo seguiranno.
Ecco, tutto qui, ci ho messo anche troppe parole per dire qualcosa che al solito non è neanche granché originale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

credo che molti abbiano capito bene cosa sia la crisi economica,ecco perchè stanno sulle spalle degli altri...molti confondono il concetto di indipendenza e dipendenza.