mercoledì 13 maggio 2009

Buonumore

Provo ad argomentare meglio un concetto che epigraficamente ho espresso già qualche giorno fa.
Ogni giorno che passa a sinistra ci ritroviamo a stupire sempre più degli incredibili dati di popolarità di Silvio Berlusconi: qualunque cosa egli faccia i “valori” segnano bel tempo stabile nel rapporto tra lui e gli Italiani o addirittura “pressione in aumento”. E noi lì a guardare e a domandarci, ma come è possibile? Quello fa le corna (in tutti i sensi), fa battute non corrette, inventa tutto e il contrario di tutto e quelli (gli Italiani) lì a pendere dalle sue labbra.
Non passa giorno che non ci metta alle corde come pugili suonati.
Il punto, come ho già detto, è che Berlusconi non si pone il problema di “far politica” nel senso classico del termine, non si pone obiettivi educativi, che alla politica sono o dovrebbero essere connaturati, in un continuo rapporto di dare e avere tra una classe dirigente che ovviamente “ascolta” ma anche propone, guida, e diciamolo moralizza, come è giusto e degno che sia da parte di un gruppo di persone che pretende l’aggettivo “dirigente” e la società che la esprime.
Berlusconi non ha affatto questi obiettivi, fa qualcosa che gli riesce molto più semplice, interpreta direttamente gli umori, proprio come fa la Lega: non pretende di insegnare ad amare Mozart a qualcuno che non ha mai ascoltato musica, gli rifila Ginetto Ruzzetta e Marco Carta ed è a cavallo.
E noi lì, a guardarlo, a non capire, ma come…ma io…ma Mozart…ma Manzoni…ma non capite…Rubens…Picasso…mentre quelli mangiano un BigMac con le cuffiette alle orecchie.
E ripetiamo ossessivamente che insomma, senza B si potrebbe riascoltare Mozart tutti quanti.

Eccolo, ci sono caduto, l’intellettualismo, l’elitismo, la solita sinistra che finge di essere vicina alla classe operaia e poi favorisce solo gli zingari e i Marocchini, mentre ascolta Mozart nelle sue case borghesi.
Può darsi, ed è vero, siamo lontani dalla gente, con e senza doppia g, ma non perché amiamo Mozart, ma perché la realtà è che non abbiamo nessuna voglia di fare la fatica dell’educazione politica, perché non sapremmo cosa insegnare, non abbiamo niente da moralizzare, abbiamo perso i nostri punti di riferimento che già non erano affatto Mozart e Manzoni, ma molto più spesso Lenin e Stalin, e non ci importa un accidente di Rubens, quelle sono immaginette che usiamo per darci un tono, mentre dentro la pancia e sulla bocca siamo pieni di ketch-up.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Berlusconi non ha affatto questi obiettivi, fa qualcosa che gli riesce molto più semplice, interpreta direttamente gli umori.

Bene, ribadisco, l'elenco degli umori.

Il mancato G8 in Sardegna e le opere che se vogliamo finirle le deve pagare la Sardegna;
Il nucleare in Sardegna e le scorie
La scuola che non insegna a nulla
La gggente che non arriva a fine mese, ma che vuole le stesse cose che ha il Berlusca in scala minore: case al mare, moglie bona, figlia modella, figlio calciatore e tv al plasma gigante.
Mi sa che dobbiamo aspettare la soluzione biologica: la morte di Berlusconi.