Provo ad argomentare meglio un concetto che epigraficamente ho espresso già qualche giorno fa.
Ogni giorno che passa a sinistra ci ritroviamo a stupire sempre più degli incredibili dati di popolarità di Silvio Berlusconi: qualunque cosa egli faccia i “valori” segnano bel tempo stabile nel rapporto tra lui e gli Italiani o addirittura “pressione in aumento”. E noi lì a guardare e a domandarci, ma come è possibile? Quello fa le corna (in tutti i sensi), fa battute non corrette, inventa tutto e il contrario di tutto e quelli (gli Italiani) lì a pendere dalle sue labbra.
Non passa giorno che non ci metta alle corde come pugili suonati.
Il punto, come ho già detto, è che Berlusconi non si pone il problema di “far politica” nel senso classico del termine, non si pone obiettivi educativi, che alla politica sono o dovrebbero essere connaturati, in un continuo rapporto di dare e avere tra una classe dirigente che ovviamente “ascolta” ma anche propone, guida, e diciamolo moralizza, come è giusto e degno che sia da parte di un gruppo di persone che pretende l’aggettivo “dirigente” e la società che la esprime.
Berlusconi non ha affatto questi obiettivi, fa qualcosa che gli riesce molto più semplice, interpreta direttamente gli umori, proprio come fa la Lega: non pretende di insegnare ad amare Mozart a qualcuno che non ha mai ascoltato musica, gli rifila Ginetto Ruzzetta e Marco Carta ed è a cavallo.
E noi lì, a guardarlo, a non capire, ma come…ma io…ma Mozart…ma Manzoni…ma non capite…Rubens…Picasso…mentre quelli mangiano un BigMac con le cuffiette alle orecchie.
E ripetiamo ossessivamente che insomma, senza B si potrebbe riascoltare Mozart tutti quanti.
Eccolo, ci sono caduto, l’intellettualismo, l’elitismo, la solita sinistra che finge di essere vicina alla classe operaia e poi favorisce solo gli zingari e i Marocchini, mentre ascolta Mozart nelle sue case borghesi.
Può darsi, ed è vero, siamo lontani dalla gente, con e senza doppia g, ma non perché amiamo Mozart, ma perché la realtà è che non abbiamo nessuna voglia di fare la fatica dell’educazione politica, perché non sapremmo cosa insegnare, non abbiamo niente da moralizzare, abbiamo perso i nostri punti di riferimento che già non erano affatto Mozart e Manzoni, ma molto più spesso Lenin e Stalin, e non ci importa un accidente di Rubens, quelle sono immaginette che usiamo per darci un tono, mentre dentro la pancia e sulla bocca siamo pieni di ketch-up.
1 commento:
Berlusconi non ha affatto questi obiettivi, fa qualcosa che gli riesce molto più semplice, interpreta direttamente gli umori.
Bene, ribadisco, l'elenco degli umori.
Il mancato G8 in Sardegna e le opere che se vogliamo finirle le deve pagare la Sardegna;
Il nucleare in Sardegna e le scorie
La scuola che non insegna a nulla
La gggente che non arriva a fine mese, ma che vuole le stesse cose che ha il Berlusca in scala minore: case al mare, moglie bona, figlia modella, figlio calciatore e tv al plasma gigante.
Mi sa che dobbiamo aspettare la soluzione biologica: la morte di Berlusconi.
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