mercoledì 8 aprile 2009

Alleluja

Post tutto sassarese: dalla Nuova di oggi apprendo che: "sotto piazza Castello è stato ritrovato un enorme masso di trachite"!
Per gli storici, la fonte è sempre la Nuova, non è una sorpresa (wow, meno male che gli storici sanno queste cose): sarebbe "il piedistallo di un monumento progettato e mai costruito a causa del solito autolesionismo sassarese".
Da quel che ho capito, la base per una specie di obelisco di cui parla anche (addirittura!) Enrico Costa in Sassari.
A questo punto spero che l'amministrazione comunale non ricopra mai più la piazza, che continui a scavare sino alle viscere della Terra, che si scopra finalmente e definitivamente che Sassari è il luogo dal quale l'intero pianeta è scaturito e che il gigantesco masso venga posto in bella evidenza su un altro gigantesco piedistallo a sua volta messo su un altro piedistallo a sua volta su un altro piedistallo a sua volta su un altro piedistallo.....................................................................................................................................
in piazza d'Italia o magari in casa di uno di questi sassaresi avidi archeologi e salvatori della nostra storia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E se fosse la "pietra bianca" da cui dare vita a un nuovo impareggiabile culto? Milioni di pellegrini, da Lungoni a Capoterra, da Dorgali a Oniferi a Stintino. Tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di trachite... Sassari in un episodio di "Urania". Si può!

Anonimo ha detto...

Come al solito la stampa della disinformazione nasconde la notizia vera: ciò che la Nuova non ha detto, è che sotto l'enorme blocco è stato rinvenuto Paolo Mieli in posizione fetale.

Anonimo ha detto...

O fecale? Il mistero si infittisce...

Anonimo ha detto...

Caspita... che spremuta di intelletto...
Che persone attente e curiose...
Tutti a criticare le notizie della "nuova" ma nessuno di voi che si prenda la briga, dai palazzi dorati dell'intelletto nei quali vi trovate, a recarsi nel cantiere di Piazza Castello e vedere il ritrovamento. Incuriosito dalla notizia e divertito dai toni del quotidiano ho fatto un salto nel cantiere e, con gentilezza e cortesia, uno degli archeologi mi ha fatto gentilmente vedere il "crasto", e assieme abbiamo scherzato e riso sulla sua presunta storia.
E mi è sembrato che nessuno in quel luogo pensasse che da quella pietra nascesse la vita o che i pesci venissero a galla per vedere nessuna palla di trachite...
Complimenti al blog e ai commenti...

Franco Campus ha detto...

La storia della Sardegna, scriveva Giovanni Lilliu, «a stento, e nel suo culmine, superò la storia del “cantone”; ma in generale si fermò alla storia del “villaggio” e, dentro del villaggio, a quella del clan, e, dentro del clan, a quella del gruppo familiare. Fu, in ogni caso – è la sua conclusione –, storia senza aperture, frazionata e sospettosa, fuori dalla percezione esatta e dal gusto di vasti commerci materiali e spirituali; lontana, appunto, dal senso unitario, attrattivo ed espansivo, che ha la storia d’una terra e d’una gente maturata a concetto e pratica di nazione>>.
Sono passati diversi anni anni da quando Lilliu ha scritto queste parole, ma la storia del cantone è più che mai vera. Qui si parla di ma un crasto. Non ho ancora avuto occasione di vederlo, ma non posso notare come al lavoro degli archeologi, nel cuore della città, ogni giorno sia sottoposta alle offese della stampa, dei palazzi della cultura, anche quelli di viale Umberto. Tutti rispondono con risate e disprezzo. Non vi preoccupate tra un pò tutto sarà finito. La montagna partorirà un topolino, l'area archeologica sparirà per sempre, e le ore di lavoro a capire le vicende di un monumento costruito dall'uomo e distrutto dall'uomo lascierà spazio all'acquario per osservare solo un frammento forse incapibile. Ritorenerranno i parcheggi e le panchine dove la frase più gettonata sarà "socio hai spiccioli che ti stressano". Mentre nel ristorante tra Spigole e pizze alla Sassarese si potrà mangiare in santa pace.
Le vicende della natura in Abruzzo hanno mostrato come la natura possa danneggiare la storia, e come l'uomo ostinatamente voglia conservarla.
Tra poco anche a Sassari l'emergenza sparirà, non se parlerà più, e si continuerà a discutere se la storia può rappresentare una strada per la nostra identità. Ma sempre dalle finestre dei palazzi sempre che il castello, il nuraghe la chiesa, o la storia non renda fastidiosa la vista. Anche Brigaglia-Costa aveva scritto sulla Nuova la condanna a morte della storia. Il castello non è parente di nessuno, nè dei Berlinguer, ne dei Tola..... C'è possibilità di redenzione per tutti, ma non per l'odiato castello.

Anonimo ha detto...

perchè problemi c'hai?