lunedì 7 maggio 2012

Futuro prossimo

Sinceramente, a me del fatto che Hollande sia socialista (o che si dica tale, ma in Francia sono più seri che qui, magari è socialista davvero) mi importa un fico secco.
Quello che invece mi importa è che dica "l'austerità non è una fatalità", che suona bene anche in Italiano, e che spero voglia dire qualcosa di concreto. Perché la situazione francamente è insostenibile, checché ne pensi Angela Merkel, e il vero rischio resta quello che da qui a un paio d'anni la Germania si trovi a guidare non l'Europa ma niente più che un cumulo di macerie. Certo, resta da capire quale sia la ricetta politica di Hollande, a parte la pur nobile questione del matrimonio gay (che non ha aiutato granché Zapatero, perché alla fine anche in Spagna più di un gay tra quelli che hanno perso il lavoro avrà votato per Rajoy). Ma mi auguro che sia una ricetta convincente, sviluppata in armonia, magari, con Monti e Rajoy stesso per convincere Angelona.
Spero.
Resta però sullo sfondo l'unico obiettivo serio che ci toglierebbe davvero dai guai, ma che oggi come oggi è davvero un'utopia per quelli come me: una vera integrazione federale europea, un rapido viaggio verso gli Stati Uniti d'Europa.

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