lunedì 3 ottobre 2011

Presa diretta


Presadiretta mi piace. Lo guardo sistematicamente. Mi piace perché mi informa evidentemente, non certo perché sia divertente, visto che mette in evidenza tutto il peggio di questo nostro disastrato Paese.
Devo però aggiungere che da un po' ho notato, come del resto mi capita anche con Report, che c'è qualcosa che mi disturba quando vengono riportati gli esempi dall'estero. E sinceramente, non credo che sia il mio nazionalismo. Ieri, ad esempio, dopo un lungo e duro servizio sul precariato che mi ha molto coinvolto (anche perché so cosa significhi visto che ne ho fatto 14 anni dentro l'Università italiana), si è andati all'estero, a vedere come vengono invece ben trattati i giovani italiani. Toh che vanno a Barcellona, e lì mostrano 4 o 5 casi di innegabile e meritato successo, di giovani che ce l'hanno fatta, anche perché (sembra) a Barcellona non c'è familismo e amoralità all'Italiana e, per usare le parole di una giovane editor: "ma quale crisi!", chi è bravo riesce.
Ora, guarda caso, io Barcellona un po' la conosco e chiunque legga il giornale conosce anche la situazione della Spagna. La crisi c'è, si taglia a fette, e a Barcellona, come in tutta la Spagna, hanno tagliato la tredicesima ai professori, giusto per fare un esempio. E a Barcellona, così come a Milano, città cosmopolite, uno straniero o anche cinque stranieri di grandi qualità e di buona fortuna, ce la fanno. Come ce la fanno Svedesi, Tedeschi, Americani, sia a Barcellona, sia a Milano. Ma non tutti. Io per esempio sono tornato a casa da Barcellona senza che nessuno si strappasse le vesti per farmi rimanere, certo non ero abbastanza bravo, questo è sicuro, ma come me un notevole numero di altri che molto più volentieri di me si sarebbero trasferiti. Ed erano anni di vacche grasse.
Basta leggere il giornale di oggi per scoprire che in Spagna, Irlanda, Portogallo, proprio come in Italia, sono le fasce giovanili quelle che soffrono maggiormente il fenomeno della disoccupazione (oltre il 30% in tutti questi Paesi). D'altronde gli indignados (come dice il nome stesso) sono nati lì, non qui.
Anche perché c'è il rischio che una di queste settimane lo stesso Iacona ci faccia vedere un servizio dalla Spagna dove il giovane di turno si scaglia contro le banche e il governo che permette lo sfruttamento e lo sfascio delle generazioni più giovani e tutti ad applaudire Iacona stesso senza notare la lieve incongruenza. Ecco, questo per dire che semplicemente che mi piacerebbe che la cura con la quale si fanno le inchieste sul "sistema Italia" non si trasformasse in bozzettismo quando si vogliono fare paragoni con l'estero, perché è probabile che se intervisto il ministro dell'interno del Niger (per fare un esempio che spero non sembri razzistico) è probabile che mi dirà che lì da loro la corruzione non esiste e potrebbe anche essere vero, ma mi aspetto che Iacona e la Gabanelli vadano a chiederlo anche a qualcun'altro, altrimenti anche in Italia potrebbero limitarsi a parlarne con Maroni.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

clap!clap!clap!

Anonimo ha detto...

Sempre attaccato alla televisione complimenti... una vita impegnatissima!

Anonimo ha detto...

non criticare, è costretto a farlo, se no la pupa non si addormenta.