lunedì 1 novembre 2010

Guarda un po'

"Nel 1984 uno degli scrittori giovani più quotati, Andrea De Carlo, pubblicò il romanzo Macno [...] Macno era il capo carismatico dotato di magnetismo straordinario ma, più che i grandi dittatori del XX secolo, ricordava un cantante rock, David Bowie o Simon Le Bon. [...] Il paese si popolò di politici che scoprivano il piacere di partecipare al varietà, farsi convincere garbatamente a recitare o cantare, travestirsi, fare battute spinte. [...] Macno era troppo intelligente per fare il dittatore e in fondo non era neanche un politico, ma un artista. E nel suo non essere politico ma ex-cantante rock ed ex-giornalista televisivo stava la sua forza, nell'aver capito che governare vuol dire avere piccole idee flessibili ed essere in grado di modificarle a seconda delle situazioni"
R. Gervasoni, Storia d'Italia degli anni Ottanta. Quando eravamo moderni, Marsilio 2010, pp. 192-193.

E pensare che a me De Carlo non mi è mai piaciuto, e ti scopro ora che era una scoperta di Calvino.

2 commenti:

Giampiero ha detto...

Non piace manco a me, e nemmeno Macno quando l'ho letto m'era piaciuto. Bisognerà rileggerselo?

Mauro Sanna ha detto...

Macno non l'ho letto. Ho letto il pessimo Uto.
Ma forse non c'è bisogno di rileggerlo: in fondo può anche essere stato preveggente ma non aver scritto un bel libro...