venerdì 15 ottobre 2010

Mundial

Quando ero un ragazzino l'Italia vinse il mondiale del 1982. La mia famiglia si riversò in piazza d'Italia. Ricordo la compressione della folla. La gioia fanciullesca.
Oggi l'episodio viene riletto come episodio fondativo di una identità italiana, di una qualche ricostruzione o costruzione di unità nazionale dopo le spaccature politiche degli anni 60 e 70. E fa un certo effetto vedere la propria vita interpretata storicamente.
Ma non è questo il punto. Il punto è che la gioia dei Cileni di questi giorni mi ricorda quel momento. Lo scrissi già quando il presidente del Cile alla notizia della scoperta in vita dei minatori urlò "Viva Chile, mierda". Ecco, non erano solo 33 minatori, erano 33 Cileni, e a tutti gliene importava e gliene importa.
Sarebbe bello che qualcuno si e ci emozionasse gridando ora Viva l'Italia, senza sembrare il povero Mino Reitano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il punto è che c'è stato qualcuno che ha urlato e si è appropriato del grido "forza Italia" e da allora non è stato più lo stesso (pensa poi a chi "forza Italia" non è mai riuscito a dirlo neanche prima). Diverso, invece, il caso "viva l'Italia", che è roba di De Gregori, roba seria, che finiva con "l'Italia che resiste" e che emozionava veramente, perché non era uno scatolone pieno di merda con la scritta luccicante. Chiaro il concetto?