Non vorrei che con la scusa della convergenza digitale, i quotidiani online si trasformassero troppo. Mi spiego, intanto è ovvio che una cosa che mi piace ed è ovvia è che non sono più quotidiani, almeno di fatto. Sono istantanei.
Ciò che però mi preoccupa è l'uso sempre più imponente di supporti audio e video. Capisco che possa tornare utile per una cronaca a caldo dal luogo di un disastro un intervento audio e anche video. Ma a che serve una cinerecensione fatta in video con inquadratura fissa sul critico?
La forza della parola scritta è un'altra, è la capacità di restituire emozioni e realtà approfondite proprio a causa della lentezza della digitazione, della riflessione imposta dalla necessità di trasformare le cose sinesteticamente. Lì è la forza del giornalista. Lì sta il senso della lettura di un giornale, contro la visione di un telegiornale.
Quindi convergiamo ma non troppo.
1 commento:
Siamo you-in-tubati da un bel pezzo. I tg non fanno altro che propinare amenità pescate dal web. I siti web dei giornali si adeguano. Rimangono i giornali (ma troppa pubblicità in mezzo alle palle, troppa!) e i libri. Altro che e-books e stronzate varie. In pieno autismo sull'autobus, in treno, al mare, a letto, il vecchio libro ci salverà dalla doccia fredda videodigitale. Con le sue immutate e immortali qualità: I R R I P R O D U C I B I L I ! ! ! !
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