In questi giorni venticinque anni fa moriva Enrico Berlinguer. Ero un ragazzino e ricordo l'incredibile folla di due milioni e mezzo di persone che accompagnò la sua salma all'ultimo riposo. Per i sardi, che hanno poche glorie nazionali, era comunque un avvenimento emozionante, a prescindere dagli schieramenti politici (non che io ne avessi all'epoca).
Ma il punto è un altro. Per quanto si possa riconoscere la moralità dei suoi comportamenti e di alcune sue battaglie, politicamente Berlinguer seguiva una linea non solo perdente, ma neanche giusta politicamente e non seppe interpretare i bisogni dell'Italia di allora. Era un resistente in qualche modo, e alla sua morte la commozione spinse il cuore di molti italiani oltre la parola 'comunista' contenuta nel nome del partito che guidava: fu così che il PCI negli stessi giorni della morte ottenne il 33% dei voti, sopra la DC, alle Europee.
Ma quanto valesse il suo progetto politico lo dimostrarono le politiche successive, del 1987 quando anche io per la prima e ultima volta della mia vita votai il PCI di Natta che perse il 3% secco.
Ecco questo per dire ai nostalgici: non è guardando a Berlinguer che si farà una buona sinistra in Italia.
2 commenti:
Tutto vero. Sfortunata è quella nazione che ha bisogno di eroi.
L'emozione per la morte di Berlinguer, le immagini ancora ci toccano il cuore. Quella gente riuscì a digerire il termine comunista e anche se piccolo mi ricordo quella vittoria sulla dc come un vittoria amara. Come la prima coppa dei campioni vinta dalla Juventus. Lei vinceva e un centinaio di tifosi rimasero schiacciati nello stadio.
Io credo che Berlinguer, con i suoi errori, ma grazie alla sua dignità, era riuscito a mettere insieme un popolo che oggi non esiste più. Tempo fa un nostro amico per scherzare di mattina mi accolse dicendo: sai che è morto Occhetto? Nessuna emozione.
Sono passati 25 anni dalla morte di Berlinguer, della sua dignità non è rimasto quasi nulla, i tempi sono veramente cambiati. Ora tra un po festeggeremo il ventennio Berlusconiano che con quella dignità ci si è pulito le scarpe. Insieme a Dalema che l'unica cosa che sa fare è andare a portare un te nella tenda di Gheddafi mentre taglia la credidilità a sè stesso e quel popolo che salutava Berlinguer.
Ma questo è l'oggi e con questo e con un progetto per domani dovremo prima o poi confrontarci. Oppure aspettiamo che l'ictus colpisca il nano e che qualcuno finalmente dica a Dalema di andare a farsi benedire.
Tutto giusto. Concordo con post e commento. A sfasciare lo sfasciabile ci stanno pensando i nipotini di Enrico Paperlinguer Qui, Quo, Qua.
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