martedì 24 aprile 2012

Una cattiveria


Ieri sera, mentre preparavo la cena, ha preso un pezzo del robot da cucina che, senza volerlo, le è caduto di mano. L'ho guardata e rimproverata, e lei, con lo sguardo un po' torvo, ha farfugliato un po', lasciandomi intendere che sì avevo ragione ma non l'aveva fatto appositamente, che appunto il pezzo l'era sfuggito di mano. Potevo chiuderla lì, ma ho alzato un po' la voce rimproverandola ulteriormente. Infatti le sono venuti gli occhi lucidi ed è andata via, con un pianto strozzato.
Mi sono addolorato, e non capivo perché e mi sono detto che l'avevo fatto per insegnarle qualcosa.
Poi nella notte ci ho ripensato, mentre non riuscivo a prendere sonno, e ho capito. Non l'avevo fatto per motivi educativi. Perché bastava il primo rimprovero.
In realtà ho compiuto una vera cattiveria, perché sapevo che avrebbe pianto e però sapevo che poi avremmo fatto pace, e che l'avrei abbracciata e baciata e saremmo stati sul divano a guardare i cartoni animati. E questa cosa mi piace molto, e quindi l'ho rimproverata senza altro motivo.
Ecco i genitori non sono sempre buoni. Figurarsi io.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro e-deserto io ti penso sempre e non t'immagini quanto

Anonimo ha detto...

ma poi col robot hai fatto pace?

Anonimo ha detto...

No ma poi ti pare normale venircelo a dire... ma poi chi hai rimproverato? tua figlia o tua moglie? No perché se è la seconda non state messi bene...