giovedì 29 luglio 2010

Un tant-inello sceme

Dico, ma ci rendiamo conto che c'è qualche italiana che il Tantum rosa se lo beve?

giovedì 22 luglio 2010

"ma misi me per l'alto mare aperto"

Oggi se ne stava come al solito confinata nei suoi 4 metri quadri di asciugamano con i suoi giochetti. A dieci mesi il bordo di cotone può rappresentare le colonne d’Ercole. A dieci mesi ha paura di mettere i piedi nella sabbia. Può piangere se la sabbia la tocca: è successo più volte.
Ma c’è la borsa di mamma a mezzo metro dal non plus ultra. Scrigno di tesori, lì, sulla sdraio. E allora si allunga, si stende, in piedi abbarbicata alla sdraio e prova, e il piede va lì: sulla sabbia. Si ferma: guarda il piede sporco, incerta: non fa male, solo un po’ schifo.
Via, verso la borsa, oltre le colonne. E poi una passeggiata, sino alla riva per mostrare il tesoro conquistato.
Da ora sarà tutto più difficile per chi è in spiaggia con lei, ma la ricompensa è un altro passo versò l’umanità.

lunedì 19 luglio 2010

Fragole


"Tutti i miei conterranei amavano la natura, non tanto per la natura in sé, ma per certi frutti che elargiva.
In autunno andavano nei campi ad arrostire le patate. In primavera giravano nei boschi a raccogliere le fragole.
L'autunno da noi era fatto di oro e argento liquidi, vento, stormi di corvi e brevi gelat. Durava quasi quanto l'inverno. In agosto le foglie ingiallivano e nie primi giorni di settembre erano già per terra. Nessuno le spazzava via. Solo nell'Europa occidentale ho visto raccogliere l'autunno con la ramazza, in mucchietti ben ordinati".

sabato 17 luglio 2010

Fine impero

Con Roma assediata da Alarico nella primavera del 410, alcuni pagani chiesero il permesso di riprendere pubblicamente gli antichi culti per stornare il pericolo dalla città. Papa Innocenzo I concesse riti purché in segreto, ma l'imperatore Onorio addirittura ordinò di cacciare dalla città coloro che osassero un simile sacrilegio (d'altronde lui se ne stava bello comodo a Ravenna...).
Ecco, questa è la situazione che mi ricorda la notizia del Corriere del Veneto secondo il quale imprenditori a frotte si recano al santuario di Motta di Livenza in provincia di Treviso chiedendo: "Madonnina salvaci dalla crisi", mentre "Cesare" dice che il peggio è passato, che ci vuole ottimismo.

venerdì 16 luglio 2010

Cosa non mi quadra del PD

Confesso che faccio sempre più fatica a scrivere e parlare di politica. Da quando, a partire dal 2007, il mio impegno di partito si è fatto concreto e intenso sono divenuto progressivamente afasico. Tuttavia mi esercito ora in questo tentativo di esprimere cosa secondo me non va nel PD. E non dico PD sardo perché la mia analisi è la stessa.
A me pare che al di là di qualunque altro pur importante argomento, ciò che non va è la assoluta mancanza di una idea politica complessiva o anche parziale. Cioè di cosa sia necessario fare per avere cura della polis, della società. La verità è che, venute a mancare le ideologie che hanno innervato di sé il Novecento, non si è stati in grado di sostituirle con niente. Non solo perché le ideologie sono (erano) troppo rigide e vecchie per piegarsi e adattarsi al nuovo, ma anche perché le classi dirigenti - non solo di sinistra ma noi di sinistra parliamo - che detenevano il potere non hanno avuto l’onestà di riconoscere non solo o tanto di non aver capito niente del passato (che sarebbe stato auspicabile), ma almeno la loro incapacità interpretativa del presente e lasciare il campo. Hanno preferito perpetuarsi, a tutti i livelli, riducendo la complessità della politica alle sole dinamiche di politics quelle cioè volte all’ottenimento e alla gestione del potere.
Alla morte delle strutture partitiche tradizionali, non ha fatto seguito la morte (metaforica) delle loro classi dirigenti. La verità è che la famosa frase che ho ripetuto per mesi assieme a tutti noi: “il PD sarà un partito nuovo, non un nuovo partito” non aveva alcun senso. Abbiamo solo un nuovo partito, più grande rispetto ai due di partenza (almeno per ora) ma non diverso. Stesso schema correntizio, parola che non mi scandalizza affatto data la dimensione della scatola politica della quale parliamo (io per primo sono espressione di una corrente, come lo è questo giornale), che però non è mitigato né dalle regole o dallo statuto, né dalle idee provenienti dalla classe dirigente. Che è la stessa di prima, sia a livello nazionale sia locale, ergo stessi meccanismi di occupazione del quadro politico. Anche i pochi spazi creatisi per “facce nuove” hanno richiesto un preventivo adattamento al sistema, o, meglio ancora, sono stati occupati da “facce adatte” al sistema, compresa la mia. Un “sistema feudale”, per usare termini di questi giorni, che di per sé tende naturalmente ad una infinita ricomposizione di alleanze che hanno come fine il mantenimento o l’ampliamento del proprio potere e non il rafforzamento di un insieme condiviso (sia esso un partito o uno stato). Qualunque idea o principio è subordinato a questa necessità. Il partito di per sé non esiste, non è in grado di selezionare alcuna classe dirigente, di proporla all’elettorato, di farla eleggere grazie ad una forza di convincimento basata sulle idee e sulle proposte. Lo scollamento con la società è quasi assoluto, fatti salvi i legami clientelari. Di volta in volta si candidano alle elezioni persone che per motivi diversi, anche nobili magari, portano già da casa loro in dote un pacchetto preconfezionato di voti, a prescindere dalla loro capacità di interpretazione delle necessità della società e dell’eventuale linea politica del PD, che è inesistente anche proprio per questi stessi motivi. Ciò giustifica il salire e scendere dal partito come dall’autobus. Anche i casi migliori, come ad esempio quello del Comune di Sassari, sono il risultato di alchimie complesse, legate prima ancora alla persona che al metodo, e sono irriproducibili. Ed è inutile parlare di Soru, che non sottovaluto affatto (chi potrebbe?) né come personalità (ancora) né per il suo impatto sul sistema politico. Sia agli esordi (quando valeva da solo 100.000 voti) sia successivamente, Soru ha comunque fatto aggio sia nella fase A (quando era “amico nostro”) sia nella fase B (quando è diventato “nemico nostro” perché si voleva prendere la segreteria regionale) su pezzi preesistenti della classe dirigente di questo partito, e ha usato meccanismi identici a sempre, o almeno agli anni della mia personale esperienza.
Come se ne esce? La frase che si sente ripetere sempre è: bisogna tornare alla Politica, bisogna fare la Politica, per la gente (che brutta parola). Ma io non lo so, certo che bisognerebbe, ma chi lo deve fare? E lo sta facendo? I pochi tentativi vengono fatti sempre più spesso tramite fondazioni o associazioni, parallele, ma esterne al PD. Per il resto mi sembra solo che si proceda per consunzione, per lento logoramento di un elettorato sempre più stanco, distratto (anche a Sassari), disperato che va sempre meno a votare e lo fa sempre più spesso ad personam (basti vedere i pochi voti senza preferenza presi a Sassari), e con l’infinito logoramento di segretari costretti all’afasia (come me) e alle dimissioni.

mercoledì 14 luglio 2010

Non solo dal deserto


"Non soltanto non ho saputo essere cattivo, ma non ho saputo essere niente di niente: né cattivo né buono, né canaglia né galantuomo, né eroe né insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia, una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, giacché a diventar qualcosa ci riesce solamente l'imbecille. Sissignori: una persona intelligente in questo nostro secolo diciannovesimo ha il dovere, anzi l'obbligo morale di essere una creatura prevalentemente priva di carattere; viceversa l'uomo di carattere, colui che agisce, è una creatura prevalentemente limitata. Questa è da quarant'anni una mia convinzione. Io ho quarant'anni, adesso, e quarant'anni son tutta una vita, dico bene? Sono o no i quarant'anni la più profonda vecchiaia? Vivere più di quarant'anni è una cosa sconveniente, è volgare, immorale! Chi vive più di quarant'anni? Rispondetemi sinceramente, onestamente. Ve lo dirò io chi: gli imbecilli e i mascalzoni, nessun altro. E questa cosa io la dico alla faccia di tutti i vecchi, alla faccia di tutti codesti rispettabili vecchi, di tutti questi vegliardi dalle chiome d'argento e profumati! Alla faccia del mondo intero la dico, questa cosa! Io ho il diritto di parlare così, perché dal canto mio camperò fino ai sessant'anni. Fino ai settant'anni vivrò, io! Fino a ottant'anni vivrò!... Aspettate! Lasciatemi riprender fiato un momento..."

lunedì 12 luglio 2010

Finiti

Ora che i Mondiali sono finiti, come farò a passare il resto dell'estate senza vedere la faccia da scemo di quel demente che faceva lo spaventoso spot della geox durante l'intervallo delle partite sulla Rai?

domenica 11 luglio 2010

Bordin, Massimo

Delle sue dimissioni da direttore di Radio Radicale ho capito ben poco sinora. I Radicali sono così. Però io so una cosa: la mattina ho bisogno di lui a leggermi i giornali, a farmi la rassegna stampa. Non esiste un prodotto migliore nel panorama radio-televisivo. La sua assenza sarebbe una perdita gravissima. Mi dica dove va, su quale stazione sintonizzarmi, il resto non conta.