martedì 29 novembre 2011

Avvisate Giulietto Chiesa

Svetlana Stalina, figlia di Josip, è morta negli Stati Uniti dove si era rifugiata a vivere dal 1967.

1 p.B.

Come sembra cambiato il mondo. Ieri Fabrizio Cicchitto era ospite a Mezz'ora la crisi della Annunziata.
Un uomo serio, posato, ricco di ragionamento moderato che scambiava opinioni civili con la conduttrice e si davano persino ragione. E facevano bene, perché avevano ragione. E ragione aveva Cicchitto a ricordare i 100 punti di spread che sarebbero dovuti sparire con le sole dimissioni di Berlusconi e che se Monti fosse stato Berlusconi oggi lo avrebbero già massacrato perché in CdM non ha ancora partorito alcuna nuova manovra.
E ho pensato a quanto tempo abbiamo perso in Italia con questa cosa del berlusconismo e dell'antiberlusconismo e forse non sarebbe andata meglio se non si fosse cominciata questa guerra (e non sono sicuro che l'abbia iniziata B), ma avremmo tutti il fegato meno rovinato forse, e forse soprattutto sarebbe il caso che ora si iniziasse a provare a uscire da una palude nella quale siamo finiti ancora una volta non per colpa di Berlusconi ma ben prima, almeno dalla metà degli anni '70: dai governi dell'astensione, dell'unità nazionale e via dicendo.

Fesserie


Grazie all'età vado comprendendo vieppiù l'importanza della letteratura. E inizio a condividere il convincimento di Tzvetan Todorov che dice che è meglio che gli storici cerchino di avvicinare la loro disciplina più a questa che non alle scienze esatte.
Ma il punto è in realtà un altro: guardavo qualche puntata di Mad Men, affascinato insieme dalla storia, dai dialoghi e da quella capacità di unire quelle due cose per ricostruire un'epoca intera e una società intera. La letteratura come strumento di comprensione per segni ulteriori. Insomma, come ha detto Aldo Grasso sul Corriere di domenica scorsa, un vero romanzo. E ho ripensato al più bel romanzo che ho letto di recente, La famiglia Moskat di Singer, e mi sono domandato, come fa uno che non ha proprio talento: ma a Singer e agli autori di Mad Men, ma loro, pensano prima alla storia, ai dialoghi, ai personaggi (e quindi Singer immagina Meshulam Moskat che torna in carrozza dalle vacanze a Baden e Don Draper sbevazza whiskey dal mattino alla sera?), o alla parte che definirei più strutturata dal punto di vista storico: cioé si dicono "e che ne dici se ci mettiamo a descrivere la società americana degli anni '60 e analizziamo un passaggio epocale della storia dell'Occidente infarcendolo di storie?"; o alla Singer: "ora descrivo la fine dell'ebraismo polacco attraverso gli occhi di una famiglia".
Ma ora che scrivo aggiungo "who cares?" e sento la voglia di guardarmi un'altra puntata.

sabato 19 novembre 2011

Forse ne ha anche bisogno

In un Paese diverso un parlamentare qualunque non dovrebbe avere bisogno della scorta. Che magari costa pure parecchio e comunque toglie 4 o 5 poliziotti dall'esercizio di funzioni più utili alla società.
In un Paese normale, ma dimenticavo che Domenico Scilipoti non è un parlamentare qualunque di un Paese normale.

lunedì 14 novembre 2011

La questione del berlusconismo è semplice

Non c'è nessuna originalità in ciò che sto per scrivere, ma può essere utile ribadire il concetto: il mostruoso berlusconismo, quella cosa contro la quale il povero Scalfari si batte da anni coi suoi magnifici editoriali su Repubblica pieni di citazioni di Hegel e Spinoza e Nietzsche e con i quali purtroppo non riesce a guarirci (e dico tutti), è imbattibile perché il berlusconismo siamo noi. E' il principio di Giorgio Gaber (che io non ho mai ascoltato se non negli anni '70), ribadito credo, da quel presunto intellettuale di Pietrangelo Buttafuoco ieri: non ho paura di Berlusconi in sé, ma di Berlusconi in me.
Perciò anche tutte le paure e i programmi (a dire il vero da regime dittatoriale molto di più di quelli attribuiti a Berlusconi) per deberlusconizzare l'Italia (e come? provando a rimuovere Drive in dalla memoria collettiva forse?) sono "programmi vasti" privi di senso della realtà.
Deberlusconizzare l'Italia significa appunto cambiare gli Italiani, cosa che non è riuscita manco a Benito in 20 anni di dittatura.

domenica 13 novembre 2011

Sovranità

Succede che ti sei mangiato la legittima e non solo: hai messo su debiti pari al 120% della tua legittima e non solo: vuoi continuare a mettere su debiti, che so, vuoi andarti a mangiare una pizza con i funghi porcini e il ristoratore ti dice eh no caro, niente pizza e anzi inizia a pagarmi le margherite arretrate sennò ti butto fuori.
E allora tu ti alzi e indignato dici: ma come si permette, ma questo è un attentato alla mia sovranità!

sabato 12 novembre 2011

ora che B ha sgombrato il campo, riusciremo a liberarci anche da Concita De Gregorio?

dubbi

Finché i nomi non sono definitivi e' meglio non trarre giudizi, ma per il ministero dell'istruzione ci sono disponibili solo nomi di uomini cattolicissimi?

Mario Monti

Secondo me l'idea di un governo Monti in questo momento è l'unica percorribile (per quel che vale il mio parere). E sinceramente capisco poco le inquietudini di quelli che dicono "ma come, è un economista! è uno di quelli che ha gettato il mondo nel baratro!": le cose non stanno propriamente così, il baratro ce lo siamo scavato noi, con 1900 miliardi di debito pubblico accumulato nei decenni e una società totalmente ingessata dentro corporazioni utili per i singoli e i gruppi, non per l'intero. E quando hai guai economici vai dall'economista, proprio come quando hai mal di gola vai dal medico.
Quello che però mi fa pensare è l'attesa quasi messianica intorno al governo (possibile, non ancora probabile) del nostro. A parte le attese dei mercati, che fanno presto a disilludersi e a punire, è l'attesa e quasi l'esultanza dell'opinione pubblica che ancora una volta aspetta e spera di aver trovato il salvatore. Proprio, il paragone è obbligato, come era successo con Berlusconi. Incapaci di riformarsi da soli, timorosi che il rinnovamento comporti il guadagno per il prossimo e la fregatura per sé (in un meccanismo che gli Italiani conoscono bene) abbiamo sempre rimandato il cambiamento e abbiamo sperato nel singolo che ci facesse tutti miliardari come lo era lui, nel caso di Berlusconi, e che blocchi il sole con una mano impedendo che ci tornino le pezze al sedere nel caso di Mario Monti.
A sinistra questo meccanismo è ancor più esaltato, in primo luogo perché la sinistra vive nella propria ideologia di rivoluzioni e di salvatori, di grandi padri, e perché a far da corollario alla grande rivoluzione c'è sempre la questione del grande lavoro da fare. In Italia, dove la rivoluzione proletaria non è mai stata in questione, la sinistra ha sempre ribadito la necessità di riforme eccezionali, che rivoltassero la società come un calzino. Non si sono mai fatte riforme normali per un paese normale, perché abbiamo sempre pensato a riforme eccezionali che ci trasformassero di punto in bianco in un misto sconosciuto di italo-tedeschi-american-sovietici, chissà. Ecco perché le parole di Monti, realistiche e purtroppo drammatiche, sul grande lavoro da fare, quasi ci esaltano, ci spingono nelle braccia del gran rivoluzionario, che come tutti i rivoluzionari da Robespierre in poi non vuole salvare il pianeta come ha fatto Gesù cristo col proprio sangue, ma col nostro.

domenica 6 novembre 2011

E adesso sparatemi

A me Renzi può anche non piacere, e di fatto mi pare che non sia questo granché (non dice niente di straordinario, a Firenze non pare che lo apprezzino poi molto, e non sarebbe dovuto andare ad Arcore, ma avere un incontro istituzionale a Palazzo Chigi, su questo la Bindi ha ragione, la forma in queste cose è sostanza), ma da qui a giudicare che è di destra e che il suo progetto è in realtà berlusconiano e via dicendo col peggio del peggio ce ne passa.
Soprattutto, alla Leopolda ha semplicemente usato strumenti di comunicazione moderni, adeguati all'oggi, colmando o cercando di colmare un gap evidente che la Sinistra ha nei confronti della Destra (e su questo Berlusca ci ha sempre fatto 10 a 0, perché la tristezza dei nostri metodi non ci ha mai reso più credibili). Metodi pacchiani certo in molte occasioni (che ci faceva il frigo della Smeg non si capisce proprio) ma non più di quelli tradizionali con i palchi e le bandiere (ci siamo abituati, con tutte quelle bandiere e cappellini e spillette e pentolacce e porchette), ma moderni e non c'è niente di scandaloso, secondo me, a coinvolgere Giorgio Gori in questa cosa. E non è neanche scandalosa la libreria proiettata, come la volevano, vera? E perché? (E poi, chi se li leggeva tutti quei libri? Veltroni? D'Alema? e quando lo trovano il tempo tra una congiura e l'altra?)
E' la comunicazione, e la politica è fatta anche di questo. E per dirla tutta è la cosa che meno mi piace della politica, ma non me posso scandalizzare e soprattutto non voglio giudicare su una scelta di modernità.

sabato 5 novembre 2011

Alluvione

Io l'ex-giovane del PD Letta lo trovo anche decente, ma non è accettabile dopo la tragedia di ieri e dei giorni scorsi risentirsi le solite frasi sulla tutela del territorio che "dobbiamo fare" che "dobbiamo amare la nostra terra" e via dicendo di frase fatta in frase fatta. E la cosa è sempre la solita: non c'è nessuna credibilità.
E' una classe dirigente che quando non fa schifo dà sui nervi.

Soluzioni

Tralasciando di quando parla di ristoranti e aerei pieni, perché lì ci si può solo domandare se ci è o se ci fa, e non sai cosa sperare, ma quando B dice che gli Italiani hanno il quadruplo della ricchezza rispetto al debito pubblico, ecco, non suona in modo per niente velato come un: loro ci hanno i soldi e ora glieli prendiamo?

venerdì 4 novembre 2011

Riflessi pronti

Due giorni fa a Otto e mezzo c'era il direttore, presidente o quel che vi pare di Equitalia. Un tipo in gamba mi pare, anche se è solo la II volta che lo vedo.
Insomma, per metterlo, diciamo così, in difficoltà, il direttore di Panorama gli fa la domanda classica del tipo di centro destra che, non si sa bene perché, vuole un po' scagionare gli evasori: ma in Italia le tasse sono o non sono troppo alte?
E quello, ovviamente, che doveva rispondere? Sì, sono molto alte.
Ecco, anche secondo me le tasse sono troppo alte, e però, a tutti quelli che si sentono fare questa domanda dai Destri, io risponderei con una piccola estensione a quel sì.
"Sì, sono troppo alte, soprattutto per chi le paga però!"

giovedì 3 novembre 2011

Non sono i chilometri, sono proprio gli anni

Io i Radicali li rispetto, e per molti versi li ammiro proprio e mi sento loro molto vicino, ma ascoltare Pannella è molto faticoso. E' lo scotto che si paga per essere informati grazie a Radioradicale, sia per la clamorosa rassegna stampa di Bordin, sia per i servizi, i congressi i dibattiti etc come dicono loro di Radioradicale. Ma insomma ogni volta che lo ascolto mi ripeto: ma è possibile che quest'uomo parli sempre delle stesse cose? sempre la questione del divorzio, dell'aborto, tutta roba che è lì dagli anni '70 che sono 40 anni in fin dei conti.
Poi l'altro giorno mi si è illuminata una lampadina: il fatto non è solo che quelle sono le sue medagliette, il punto è che Pannella è vecchio, vecchio proprio per età intendo, e allora come tutti i vecchi parla delle cose di quando era giovane, le ripete, ossessive, perché per quanto faccia finta di pensare al futuro, faccia manfrine con B e con il PD, inevitabilmente gli rimane solo il passato, bello o brutto, grande o piccolo che sia. La cosa peggiore non è solo che i Radicali sono ostaggi di questa situazione, il fatto è che morto lui (metaforicamente eh) di loro non resta davvero niente.

mercoledì 2 novembre 2011

Piani per la crescita

Non è che il papa non abbia ragione quando parla dello sviluppo umano come preliminare a quello finanziario.
Ma i debiti sono debiti, è tutta qui la faccenda caro B16, ci siamo mangiati tutto lo sviluppo di intere generazioni; il resto sono bubbole e frasi ad effetto.
Se vuoi dare una mano di' pure che la Chiesa rinuncia alle esenzioni Ici, tanto per iniziare; magari poi il governo quei soldi lì potrebbe vincolarli al pagamento degli stipendi di docenti e ricercatori, così, per fare un po' di "sviluppo umano".