lunedì 28 febbraio 2011

Pensierini

Ieri mi è venuto da pensare che se nel 1993-94 Silvio Berlusconi avesse fatto quel suo discorso dicendo "scendo in campo contro questa Destra antilibertaria" etc anziché contro la Sinistra, non si sarebbero poi fatte tante storie.

sabato 26 febbraio 2011

causa-effetto-causa

Nel mondo "cristiano-occidentale" l'Illuminismo ha preceduto di alcuni secondi lo scoppio delle rivoluzioni borghesi (diciamo così, democratizzanti). Una rivoluzione del pensiero ha preceduto una rivoluzione dell'azione.
Il mio augurio è che nel mondo "islamico-mediorientalmaghrebino" questa rivoluzione dell'azione in atto abbia come conseguenza una fase illuministica per l'Islam.

venerdì 25 febbraio 2011

Sabrina Ferilli

In realtà la Ferilli non c'entra niente, ma siccome ho notato che il post più cliccato di sempre sul mio piccolo blog riporta nel titolo Vendola e che in top ten è entrata da pochissimi giorni la Canalis, ecco mi sto domandando se un titolo ben azzeccato non attiri più lettori...

Ipse dixit

"Dobbiamo stare attenti con Gheddafi, è un pazzo. Ci ha già sparato un missile una volta, non è che ce ne tira un altro contro?"
Firmato Silvio Berlusconi, 23 febbraio 2011

giovedì 24 febbraio 2011

Cinismo 2

A pensarci bene un sistema ci sarebbe anche, ma si tratterebbe senza ammetterlo di fare quel che diceva Bush: se le cose si mettono male esportiamo la democrazia, e importiamo il petrolio...sempre che ci basti quello che abbiamo in scorta per alimentare aerei e carri armati.

Cinismo

La simpatica situazione che va creandosi nel nord-Africa potrebbe da qui a un paio di mesi farci ricrollare, ammesso che ne siamo mai usciti, nel bel mezzo di una nuova e più acerba crisi economica, visto che il prezzo del petrolio ha ripreso a volare.
Non si tratta solo di subire un sempre maggior peso del "pieno", ma pare che sia già stato calcolato un breaking point a 120 dollari al barile, soglia oltre la quale l'intero sistema economico mondiale esploderebbe come nel 2008. La stessa Arabia Saudita sta cercando di aumentare la propria produzione giornaliera sino a 12 milioni di barili, ma sarà arduo arrivarci. Se poi l'11 marzo parte, come promesso dalla opposizione al governo saudita, qualcosa di paragonabile a ciò che sta accadendo in Egitto (preferisco non pensare allo scenario libico), beh, allora ragazzi teniamoci forte, e prepariamoci a macinare chilometri a piedi.

Italiani brava gente

Usare il mitra per fermare i profughi africani che arrivano in Italia. Lo ha detto l’assessore regionale ai flussi migratori Daniele Stival, leghista, in diretta su Rete Veneta. Una frase choc che ha fatto scalpore, sollevato dure polemiche molte delle quali erano volte a chiedere le dimissioni dello stesso assessore. La puntata di Focus, talk show dell’emittente locale, era incentrata sulla rivolta in Libia, si parlava delle migliaia di morti fra i civili, aprendo un ragionamento sulla richiesta del governatore della Sicilia al Veneto di ospitare i profughi nordafricani. Alla domanda su come limitarne l’arrivo, Stival è intervenuto usando queste parole: «Ci riescono pure in Grecia, Spagna e Croazia, dovremmo riuscire anche noi usando il mitra».

martedì 22 febbraio 2011

Giusto perché sappiano con chi hanno a che fare

E così quando l'ONU dice che magari può essere una buona idea accogliere della gente che scappa da un Paese in fiamme, il nostro ministro Bossi risponde:  "intanto non sono arrivati - ha detto il leader della Lega - e speriamo che non arrivino. Se arrivano li mandiamo in Francia e Germania..."

Ma che schifo

Ma quanto è penoso questo governo italiano? E Frattini? Che dice che la UE non deve "interferire" sul "processo di transizione"? E spera in un "mantenimento della stabilità"?
Bombardare la folla tradotto con "mantenimento della stabilità".
Ecco perché si devono dimettere e andare a casa tutti, questi picccoli opportunisti di quartiere che pensano a mezza autostrada che devono regalare al "raìs" senza riuscire a cogliere la linea dell'orizzonte, come se le fesserie sparate a casaccio da lui o dalla mummia in doppio petto abbiano in qualche modo impedito al petrolio di schizzare a mille o all'Eni di crollare sui mercati. Come se si illudessero di essere in qualche modo rilevanti.
Altro che bunga bunga.

lunedì 21 febbraio 2011

Aspettiamo un altro po'

I giorni passano e forse Muahammar è addirittura scappato in Venezuela. A questo punto, anche se ci sono un sacco di soldi in mezzo, ce la facciamo ad aprire i telegiornali sulla Libia e a dire sia a destra che a sinistra che sparare ad altezza volto sui manifestanti è mostruoso?

sabato 19 febbraio 2011

Sparare sulla Canalis

A me sparare sulla Canalis non mi disturba affatto. E quindi, quando ieri De Niro ha detto che Little Italy si ha subìto una gentrification e lei non ha saputo tradurre, il mio solito brivido di imbarazzo per interposta persona si è manifestato con un "ma che razza di figura".
Devo però dire che se è vero che un traduttore professionista avrebbe saputo tirarsene fuori, si può ammettere che Eli e George possano anche non chiacchierare tutti i giorni del seguente fenomeno che in italiano possiamo tradurre con "imborghesimento" e che però ha una bellissima etimologia dal Francese:
"It derives from gentry, which is derived from the Old French word genterise denoting "of gentle birth" (14th c.) and "people of gentle birth" (16th c.); which in England (Landed gentry) denoted the highest social class below the nobility".
voce di Wikipedia.

Feste

Leggo che Luca Paolo l'hanno detta ieri a Sanremo, niente male:
«Non si mettevano d'accordo, alla fine si festeggia il 6 aprile - il giorno dell'udienza a Milano di Berlusconi accusato di concussione e prostituzione minorile, ndr - e non se ne parla più».

Leonardo: Frustami un po' più a destra

Leonardo: Frustami un po' più a destra: "Professor Ricolfi, buongiorno. Sono la Sinistra italiana. Di solito sono un concetto astratto, ma a volte mi impossesso del corpo di un blog..."

Faccio presente che il pezzo di Ricolfi a cui fa cenno l'ho letto ed era secondo me molto bello.

venerdì 18 febbraio 2011

150 anni

Ieri a cena davanti alla TV mi è venuto da dire (ho testimoni): che triste Paese l'Italia. 150 anni di storia e li vive così, che la celebrazione è fatta da Gianni Morandi che a Sanremo annuncia 'o sole mio cantato da Anna Oxa e il va' pensiero di...Albano. I Francesi, gli Inglesi, i Tedeschi non avrebbero fatto così. Per dirla alla Fantozzi "saranno quel che saranno, ma in queste cose..."
E ho spento la TV.
Poi, per puro caso ho riacceso mentre sul palco c'era già Benigni.
Ma quanto è bravo Benigni? Che per dire, io sono anche un po' stanco di Benigni, perché eh la vita è bella, eh ma Dante Alighieri, e Benigni di qua e Benigni di là. Tant'è che avevo spento la TV.
Dicevano, fa l'esegesi dell'inno. E io, ecchessaràmmai. Le solite rimasticature facilone che fa lui. Sul Risorgimento ne so due strisce anche io...
Ma quanto è bravo Benigni? Sono rimasto lì, me lo sono ciucciato tutto. Sì, diceva "memorabile" un po' troppo spesso, troppo spesso. Sì, ha detto anche qualche fesseria dal punto di vista storico. Però, quanto è bravo. Ci credo che quelli della Lega si erano opposti, un'altra mezz'ora così sull'Italia e ci mettiamo tutti a studiarcelo a memoria questo benedetto inno e le nostre donne si vestono tutte di biancorossoverde come Beatrice. E tanti saluti a Pontida.
Gli han dato 250.000 euro, ma se fossi Napolitano me lo porterei in giro tutto il giorno a rifarla dappertutto quella scena lì. Se fossi stato La Russa iersera a Sanremo che era lì seduto sarei salito sul palco a baciarmelo quell'ex-comunista d'un Benigni.
Che quando ha cantato l'inno mi volevo mettere in piedi pure io quasi quasi.
E me li sono figurati a vedercelo il nostro Benigni i Francesi già un po' inca..ati, per dirla con Paolo Conte e gli Inglesi e i Tedeschi a pensare come sempre, ma tu guarda 'stitaliani.

p.s.: la cosa migliore sarebbe finirla qui con le celebrazioni. Per non rovinare tutto per una volta che è andata bene.

giovedì 17 febbraio 2011

A proposito della vendita delle pere cotte.

Ho visto un pezzo del Festival. Ma quanto è penoso Gianni Morandi?
E poi, quando mostra la platea a Andy Garcìa e gli dice "Watch!".

martedì 15 febbraio 2011

Con quella faccia un po' così

Non è mai stato fascista e pensa che la Marcia su Roma non fu un evento violento: Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del Pdl, oggi ai microfoni del programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora' ha voluto chiarire alcuni aspetti della sua passata militanza nel Msi. Nega di essere mai stato fascista? "Si, non sono mai stato fascista, sono di destra. Quando ho iniziato - ha detto - il mondo di destra veniva considerato nostalgico e neo fascista". Ma esiste una sua foto mentre faceva il saluto romano? "Una, al cimitero. Nel 1991 - racconta Gasparri - andammo a rendere omaggio ai caduti della marcia su Roma che sono sepolti al Verano". "Nessuno - ha affermato - sa che la Marcia su Roma, che fu considerato un evento in contrasto con le regole democratiche ma non violento, non come la fine del fascismo che fu accompagnata da una guerra civile drammatica, comportò lo stesso dei caduti. Allora andammo con Buontempo a questa cappella a rendere omaggio a questi caduti". Lo rifarebbe? "Oggi - ha concluso - non andrei a fare il saluto romano".
Da Rosarossaonline

Speranza

Se poi scoppia Teheran, beh, allora inizio a sperare un po' anche io.

A due piazze!

E qualcuno glielo ha pure domandato a Belen e a Eli: "ma voi in piazza con le altre donne ci sareste andate?"
"no, no, noi no, noi....no, poi chi lo fa Sanremo?" hanno risposto. Chissà perché.

lunedì 14 febbraio 2011

Va bene, adesso. Ma, adesso?

Io alla manifestazione ieri non ci sono andato. Non ho scuse particolari, semplicemente non ne avevo voglia, ma non è che il tema non mi interessasse; sono perfettamente consapevole che la democrazia inizia e si rafforza in quei Paesi nei quali il ruolo delle donne raggiunge livelli paragonabili a quello degli uomini. Ecco perché i Paesi islamici non sono democrazie tra l'altro.
Ma insomma non era questo che volevo dire: volevo dire che sono rimasto stupito, piacevolmente stupito, del successo della manifestazione, che non si può ridurre "a parata radical-chic" come alcuni hanno tentato di fare, anche se non mancavano i radical-chic.
L'unica cosa che però mi domando è questa: e ora?

domenica 13 febbraio 2011

Digiamo

Quando qualche giorno fa venne fuori che la Tommasi mandava sms a La Russa, lo stesso ministro La Russa,  in una nota si disse «indignato» sottolineando di non aver mai incontrato la soubrette.

 Eeeeeeeeehhhhh, hopla!

Una buona occasione

Senza bisogno di andare in Africa e senza cacciare un soldo di tasca, ma rigorosamente a spese dello Stato, Berlusconi potrebbe dimostrare il proprio affetto e la propria cura per gli Africani aprendo un ospedale per immigrati lì dove questi poveretti sbarcano a migliaia: Lampedusa.

sabato 12 febbraio 2011

La sinistra che è uguale alla destra

V. W.: "Finito di fare il sindaco di Roma me ne vado in Africa"
S. B.: "Il mio sogno è costruire ospedali in Africa"

Certo viene da pensare che sfortuna 'sti Africani, ma poi pensi all'Italia.

Sulle favole

La cosa più bella che ho sentito dire a Benigni in tanti anni non riguarda quegli esercizi di stile che fa quando recita Dante alla fiorentina, ma l'ha detta, semplice semplice, buttata lì tra altre, a Vieni via con me: "Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, i bambini che esistono i draghi lo sanno già da soli, le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti..."


Update: amici colti mi dicono che la frase non è sua ma di Chesterton. Nulla di male, continua a essere bellissima. Ma non è male conoscere le fonti. In ogni modo come diceva Einstein: il segreto di un buon ricercatore è quello di saper nascondere le proprie fonti.

venerdì 11 febbraio 2011

Non vinceremo mai le elezioni

Annozero, all'inizio. La giornalista per le strade di un paese o città del "grande Nord, quello che lavora". Domanda ad un anziano e quello, con accento del "grande Nord, quello che lavora": "ma mi scusi, ma se ti capita una bella tosa che ci sta... ma lei, ma cosa farebbe?"
Annozero, qualche minuto dopo, Palasharp, Umberto Eco con erremoscia (lui avrebbe detto blesa): "Siamo qui perchè vogliamo dimostrare che non siamo un Paese di prosseneti!".
Ecco avrei dovuto spegnere qui. Non vinceremo mai le elezioni.

Di cipolle e altre verdure (il titolo è un po' pesante, ma l'abbinata mi veniva troppo facile)

Qualche giorno fa, chissà come, ho pensato: ma tu guarda, non vedo da un po' Nicola Porro, lo sfrontato vicedirettore del Giornale, evidentemente quella storia delle minacce alla Marcegaglia ha avuto le sue belle conseguenze e non lo invitano più, strano, ma d'altronde lui non è Ruby, è un giornalista, e ci sta che se si comporta male lo tengano fuori dal giro come impresentabile. Poi ieri càpito per puro caso su Annozero e te lo vedo lì a litigare come al solito con Vendola. E così mi sono accorto della mia stupidità: scemo, non è lui che è sparito, sei tu che vivi su Raiyoyo!
Aggiungo, dopo un quartod'ora che ero lì sento Nihil Vendola che dice il primo dei suoi punti programmatici: lotta senza quartiere alla precarietà!
Ho spento e sono andato a letto. Non vinceremo mai le elezioni.

giovedì 10 febbraio 2011

Ne facessero una giusta (da La Stampa di oggi)

La sentenza della Corte Costituzionale boccia la norma della Gelmini. In 15 mila pronti a fare ricorso, graduatorie da rifare
FLAVIA AMABILE

I supplenti meridionali potranno chiedere il trasferimento nelle scuole del nord. Ovviamente anche il contrario, anche se meno frequente. E’ la Corte Costituzionale, a bocciare le regole del ministero dell'Istruzione che invece prevedevano di inserire in fondo alle graduatorie chi non apparteneva alle province di riferimento indipendentemente dal punteggio. L'Italia è una sola e i titoli di studio hanno lo stesso valore in tutto il territorio nazionale, spiega la Consulta. Eppure il ministro Gelmini aveva accolto nel 2009 una proposta della Lega che blindava a favore dei residenti anche con un punteggio minimo le liste in caso di trasferimento da una provincia all’altra. Dopo due anni di battaglie nei tribunali da parte dell’Anief, un’associazione di categoria dei precari della scuola, è arrivata la vittoria definitiva.

«Sarà inevitabile rifare le graduatorie e stiamo preparando un emendamento da inserire nel milleproporoghe che, rifatte le graduatorie, congeli il meccanismo», annuncia il capo dipartimento del ministero della Pubblica Istruzione Giovanni Biondi. «Rispettiamo la sentenza - prosegue Biondi - ma quello che non è stato valutato approfonditamente nella sentenza è che queste sono graduatorie ad esaurimento, quindi il principio del merito che viene invocato nella sentenza vale per graduatorie dinamiche in cui un insegnante può poter aggiornare i suoi titoli continuamente».

Almeno 15 mila precari possono reclamare ora ruolo e cattedra. La sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento perché viola l’articolo 3 della Costituzione. La «querelle» sulle graduatorie va avanti da parecchio. Un paio di anni fa l’associazione Anief ha fatto ricorso contro l’inserimento in coda dei docenti che cambiano provincia, ma poi il Parlamento, in sede di conversione del cosiddetto salva-precari, ha votato una norma voluta dal ministro Gelmini che lo reinserisce. La questione è passata al Tar che ha bocciato la norma perchè anticostituzionale. Di qui il ricorso alla Consulta.

La sentenza - commenta Mariangela Bastico, senatrice del Pd, pone fine «ad un intreccio di norme poco trasparenti e inique con le quali il ministro Gelmini, dopo aver effettuato insostenibili tagli sulla scuola, ha cercato di governare il reclutamento degli insegnanti».

Gli effetti - commenta Tonino Russo, deputato Pd, saranno «devastanti». «L’amministrazione - spiega il deputato - sarà costretta ad assumere tutti quei docenti che, collocati in coda, nelle graduatorie aggiuntive, si sarebbero trovati in posizione utile per l’immissione in ruolo».

A questo punto, dichiara il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico: «il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei contratti, come da prassi corrente».

Il prossimo obiettivo del sindacato, annuncia l’Anief, sarà la stabilizzazione dei supplenti docenti e ATA che hanno conseguito tre anni di servizio nel rispetto della normativa comunitaria, di tutelare i docenti di ruolo che hanno avuto bloccato per due anni gli scatti biennali di anzianità, e di ripristinare il rispetto delle relazioni sindacali.



mercoledì 9 febbraio 2011

Tolleranza Zoro 68a puntata

Da morire dal ridere.

Ma io me lo sono immaginato 'sto Berlusconi a trattare con gente così

Il telefono della Tommasi viene intercettato a partire da dicembre proprio per trovare riscontro alle accuse di induzione alla prostituzione nei confronti di chi la recluta per gli incontri. Annotano i poliziotti nell'informativa: «Le comunicazioni telefoniche danno un quadro indicativo dei tanti contatti prestigiosi che [Sara Tommasi] può vantare, ma anche una rappresentazione inquietante della sua personalità fragile e spregiudicata». I primi sms inviati a Berlusconi sul cellulare personale sono molto affettuosi. «Amore ti ho mandato un pensiero da Licia. Spero tu capisca questa volta», scrive il 5 gennaio scorso. Ma pochi giorni dopo usa un tono ben diverso: «Silvio vergognati! Mi hai fatta ammalare... paga i conti dello psicologo». Una settimana dopo torna docile forse perché ha ricevuto una telefonata dal presidente: «Amore perdonami ho visto solo ora la tua chiamata... Se posso fare qualcosa... Bacio grande». E dopo sette secondi: «Mi sei mancato tanto. Spero tu mi possa richiamare presto. Ti amo ancora sai? Lady X». Ma tre giorni dopo, quando per Berlusconi arriva l'accusa di prostituzione minorile, la rabbia della Tommasi esplode. Il primo sms lo spedisce alle 18.24 del 15 gennaio e va avanti fino alle 23.18. «Spero che crepi...»; «Spero che il governo americano inizia a dare lustro a quello ignobile nostrano... la politica è una cosa seria non una barzelletta come l'hai intesa tu». E poi minacce che appaiono farneticanti tipo «riprendi subito Ron (Ronaldinho ndr) nella tua squadra di m... o ti faccio escludere da Obama dai Grandi del mondo» oppure «ci vuole una buona reputazione per governare!!! Anche tu fai festini Dinho deve tornare» e ancora: «Stai abusando di potere... immeritato tra l'altro, vedi processi e quant'altro». Quattro giorni dopo parla con la madre e piangendo le dice: «Non so più dove scappare... sono perseguitata da Berlusconi e da tutti, non so dove mettere le mani».

lunedì 7 febbraio 2011

Cose che capitano 2

Ci sono alcuni di sinistra, non comunisti, che quando senza urlare tu dici che sì, il signor Berlusconi lo vorresti morto ma solo politicamente e che il signor Berlusconi non è la causa ma l'effetto, ti dicono, "ma allora stai dalla sua parte!; ma allora sei Berlusconiano!"

Cose che capitano

Ci sono alcuni, di sinistra, non comunisti, che anche quando parli d'altro, vogliono parlare del signor B.

Editoriali: non solo li leggo, alcuni li copioincollo.

 6.2.11 La Stampa.Guido Ceronetti   
In termini di filosofia politica, nei moti tunisini e egiziani si può intravedere il sorgere di una forma nuova di associazione cittadina che anela a istituzionalizzarsi in modo autonomo secondo il modello generico delle democrazie laiche. Questi processi faticheranno certamente a concludersi: in verità è vera democrazia il mai finito. Le convulsioni della nazione più potente - scardinando necessariamente il sistema di potere religioso islamico, che reagirebbe alla minima scalfittura - potrebbero durare a lungo, e costare botte, furori, sangue.

Noi non sappiamo far altro che deplorare sempre, ogni momento, ipocritamente, la violenza. Eppure la Convenzione, in Francia, svaginò la democrazia tagliando indegnamente teste; De Gaulle la salvò tra le bombe; la creazione di una autentica democrazia nella Spagna schiacciata dalla Chiesa cominciò entre ríos de sangre nel 1936, e durò quarant’anni; l’incompiuto risorgimento italiano ebbe bisogno di un tempo analogo, interamente costellato di violenze. Quel che oggi complica tutto è una verità tra le più allarmanti, questa: «La perdita di patria sta diventando un destino mondiale» (Heidegger, Lettera sull’umanesimo; e la data è significativa: 1946). Nessuna democrazia moderna (e neppure quella ateniese) è nata senza il terreno solido di una patria, surrogato della religione perdente, in fuga dalla tolleranza.
Dovunque, globalizzazione e consumi sono perdita di patria, diaspora d’esilio; il loro esito, e lo vediamo, se vogliamo vederlo, è disperazione economica, guerra mercantile tra entità statali prive di nome.

Un trapianto d’industrie è la celebre fuga a Samarcanda del vizir che incontra la Morte nel suk di Baghdad: non sfuggirà alla fatalità.
Una crisi come quella che si è aperta al Cairo non può essere fermata con la semplice cacciata dal potere dell’uomo che si illudeva di fondare una dinastia di regime, sia pure stato a lungo quel che chiamiamo un «fattore di stabilità», per il pavido Occidente.

Se in Italia c’è chi pensa che togliendo di mezzo secondo regole da inventare Berlusconi si fa il bucato a una democrazia in condizioni di agonia (sebbene affondata nella globalità più sbandante) come questa in cui perdiamo tutti il rispetto di noi stessi - dire che è di vista corta è misericordia. Gli anni di Berlusconi hanno il merito di aver fatto emergere dalla babele delle parole l’immangiabile verità di una forma democratica in sfacelo, come la casa degli Usher di Poe. Andate a leggervi quel racconto e vedrete qualcosa di simile alla democrazia italiana di questi Tristi Duemila.

Se da noi l’illegalità-chiave sono i partiti occupatori, ridotti a fazioni ruffiane di potere - come anomalmente predicano Pannella e i radicali - la nazione ha il dovere di non più tollerarli. Se le illegalità sono milioni, una sola grossissima può purgarle tutte, come un immane clistere: una rivolta popolare che sommerga letteralmente sedi e palazzi governativi e parlamentari, una marcia su Roma non di lugubri teschi ma di tricolori-multicolori persuasi del vento che li spinge, di cittadini vedovati di identità patria, un risveglio del Colosso di Goya fatto di uno, due, tre, quattro milioni di teste - la resurrezione di Bruto!

Intorno al 1880, il marchese Cesare Alfieri di Sostegno raccomandava: «Chiudete quelle fogne amministrative di Palermo e di Napoli!»: benissimo, ottimo consiglio - via le fogne, via le infezioni mafiose, la restituzione all’aria della sua respirabilità. A cosa può servire fare un processo dopo l’altro (in verità: minacciarlo, coitus reservatus) contro persone singole, quando una intera classe dirigente è imputabile di fellonia, di tradimento, di sbranamento dell’unità patria?

A Ercole occorrerebbero milioni di braccia per ripulire le stalle d’Augìa di questa famosa Penisola!
E dopo il purgone bisognerebbe rifare tutto senza un solo batterio di quel che è stato, eleggere una Costituente repubblicana di facce nuove, senza più destra-sinistra, vuote occhiaie - una Costituente presidenziale capace di stanare un uomo giovane, incontaminato, un Kemal Ataturk libertario, figlio di qualche sobborgo disperato, e di farne un Primo Console. L’ossessione dell’economia globale, dell’investimento a oltranza, con le sue triviali predicazioni sulla crescita del prodotto e del suo forsennato consumo, spinge a capofitto nel baratro, fa crescere essenzialmente la sete di denaro, perché il Pensiero Unico è padre di crimine, alimenta cronaca criminale... Ma finalmente ridiamo un po’ di ossigeno a questo linguaggio asfissiato!

Fino a un coma tragico me l’hanno addormentata, questa parassitosa nazione di divisioni perpetue, che ha avuto dei Machiavelli ammutoliti, ma non un De Gaulle capace di dirci che ci ha capiti.

Non si vede, dappertutto stendiamo lo sguardo, che passività incurabile, torpore, inebetimento... (Così bene lo previde, nel suo romanzo postumo, Guido Piovene).
La piazza egiziana ha acceso un barlume di speranza: il suo messaggio ancora sigillato viaggerà lontano. Un Egitto che immagina qualcos’altro, per sé e per tutti, è una pietra preziosa che irradia una luce insolita di fresca aurora.
  

sabato 5 febbraio 2011

Dunque dicevo? Ah, oh, finalmente!

Egitto, esplosione alla condotta
che porta il gas verso Israele


È accaduto nell'area di el-Arish, nel Sinai. Sospesa l'erogazione
che porta il gas verso Israele

IL CAIRO - Ignoti «sabotatori» hanno fatto esplodere un gasdotto che attraversa il Sinai settentrionale, in Egitto, e porta il gas a Israele. «Dei sabotatori hanno approfittato della situazione relativa alla sicurezza e e fatto esplodere il gasdotto», ha annunciato un corrispondente tv, aggiungendo che c'è stata una grande esplosione; il cronista ha accusato i «terroristi» dell'esplosione. Anche gli abitanti nell'area hanno riferito che c'è stata una grande esplosione e che ci sono fiamme nell'area di el-Arish, nel Sinai ma non ci sono morti o feriti. In seguito all'esplosione nel gasdotto, riferisce la televisione di stato egiziana, l'Egitto ha sospeso il flusso di gas verso Israele. Ma la radio israeliana ha rassicurato che l'esplosione al gasdotto che unisce Israele all'Egitto non ha danneggiato la conduttura. E che la sospensione del rifornimento, attuata dalle autorità del Cairo, è stato decisa a titolo precauzionale. L'emittente ha citato un fonte del consorzio che controlla le importazioni di gas, secondo cui l'esplosione non è avvenuta «nient'affatto vicino» al gasdotto. L'esercito ha già chiuso la principale fonte di approvvigionamento della conduttura e sta cercando di controllare gli incendi. L'Egitto fornisce quasi il 40% del gas naturale ad Israele e a dicembre quattro aziende israeliane hanno firmato contratti ventennali del valore di 7,7 miliardi di euro per importare il gas.

Fonte Corriere della Sera




Oppio dei popoli

Ci sarebbe anche un'altra cosa che non si capisce del moderno pensiero neo-comunista: se la religione è l'oppio dei popoli, come insegna Carlo Marx, com'è che l'Islam no? Com'è che l'Islam integralista affascina tanto i radical-sinistri dell'inizio XXI secolo? Forse perché in alcune sacche di popolazione riesce ancora a creare quell'effetto fanatico che è riuscito al comunismo per brevi periodi del XX secolo?
Al di là della sofferenza delle popolazioni sottomesse ad una dittatura di stampo religioso, cosa ci si guadagna ad essere circondati da Paesi militarizzati e intolleranti?
Forse un'idea ce l'ho: ci guadagnamo qualche kamikaze in più per far saltare i grattacieli nell'odiato mostro capitalista statunitense (di quelli morti in Spagna passiamo sotto silenzio, viene male lì), tanto si può sempre dire che le Torri se le sono fatte saltare in aria loro stessi e che gli Ebrei quel giorno lì non ci sono manco andati al lavoro...

Di padelle e di braci

Due milioni di persone in piazza al Cairo sono un dato sginificativo di almeno 2 cose; la prima è una sciocchezza che può però tornarci utile in Italia: guardateli, quelli sono 2 milioni, non sono esattamente lo stesso numero che la CGIL e Grillo e SEL e anche il PD e il PDL e lo stesso papa sbandierano alle loro "mega" adunate.
La seconda che è l'unica importante, è che gli Egiziani vogliono che Mubarak se ne vada, ma soprattutto vogliono la libertà (e credo possibilmente un po' più di ricchezza). Bellissima parola, libertà, e bellissimo concetto che molti comunisti resistenti qui in Italia hanno a lungo sottomesso (e sottomettono) alla parola uguaglianza.
La libertà vogliono, quella di votare e di esprimersi e di avviare un processo democratico. Che io mi auguro con tutto il cuore, e contro o a favore del quale personalmente purtroppo non posso fare niente e credo neanche tutto l'Occidente.
Certo c'è una cosa che mi spaventa, per loro, per gli Egiziani soprattutto (e anche, in subordine anche un po' per me): che questo momento, come accadde nell'Iran del 1979, sia l'unico di libertà, e anche di morte, per gli Egiziani. Perché ho paura, non la certezza e spero di no, che possa accadere che i Fratelli musulmani o altri (già da ora sponsorizzati da Norma Rangeri, la metafisica direttrice del Manifesto che li definisce moderati) si trasformino in ciò che Komehini fu per gli sfortunati Persiani, che ancora pagano le conseguenze della cacciata di Rezha Palevi (che era un dittatore, ma era il male minore - il male minore per gli Iraniani - anche se Carter non se n'era accorto, e figurarsi io). Conseguenze negative per loro prima che per l'Occidente o per me che dovrei eventualmente depennare l'Egitto dalla mia agenda di viaggi, come tanti commentatori qui del blog hanno notato.
Immagino che tutte quelle donne in piazza al Cairo non abbiano voglia domani di vedersi fustigare per non aver portato il velo e preferiscano avere la patente di guida anziché no. Mubarak (che pure è uno sporco dittatore che col suo comportamento ha anche favorito il diffondersi di integralismi islamici) glielo permetteva di guidare alle Egiziane. Tutto qui.
Si parla semplicemente di padelle e di braci.
C'è poi chi preferisce la brace.

p.s.: quello di Israele è uno stato altamente imperfetto, e ci sta essere anti-israeliani, soprattutto se siamo Palestinesi, quello che mi preoccupa è l'essere anti-israeliano alla comunista italiana, e perché no anche socialista a suo tempo: non so, sul fondo ci vedo sempre quel qualcosa in più, quell'essere in fondo in fondo anti-semiti, che nei confronti dell'unica democrazia del Medio-oriente, con la Turchia, mi spaventa ancor di più. Non solo, spesso si dimentica che molti Israeliani di oggi sono Ebrei ex-sovietici, scappati dal paradiso comunista lievemente anti-semita anch'esso. In fin della fiera vien fuori che l'unico Ebreo buono è l'Ebreo morto?