venerdì 19 dicembre 2008

Questione morale

Si parla tanto oggi della “questione morale”. Sappiamo tutti che è necessario affrontare e finalmente risolvere il problema, ma sappiamo anche che è difficile farlo. E’ difficile a mio giudizio perché anche questo, come tutti gli altri problemi del nostro Paese, è affrontato prevalentemente dalla stessa classe dirigente che di fatto l’ha causato. Con questo non voglio sostenere che l’attuale generazione di leader politici sia tutta corrotta o immorale, ma certamente la sfiducia è sempre più forte verso chi ha già superato almeno 5 anni di attività politica. Se aggiungiamo che è ormai acclarato che la quasi totalità degli italiani oggi è in forte crisi economica, molti si trovano vicino alla soglia della povertà, tantissimi la superano ogni mese, ecco che aumenta anche il disgusto verso chi si arricchisce frodando la fede pubblica. Ma se tutti siamo concordi nell’analisi del fenomeno, mi sembra invece confusa e disordinata la reazione di queste ore. Chi segue da tempo le inchieste giornalistiche sul tema (quelle serie intendo – vedi Report su Rai Tre) sa bene che nulla è cambiato rispetto agli storici anni ’80 e che, se si guarda bene, dopo quegli anni sono state frettolosamente cancellate solo le carriere politiche di chi la politica la svolgeva con serietà, mentre si sono rigenerate ambigue vecchie figure. Non commettiamo più questo errore.
Ora, sotto la spinta di emozionale provocata da eventi di cronaca giudiziaria, non facciamoci prendere dal panico, conserviamo gelosamente le sane intelligenze politiche che possediamo e facciamo ogni sforzo possibile perché vengano loro affiancate e valorizzate nuove risorse umane che abbiamo voglia di assumersi la responsabilità di gestire il nostro futuro, creando un positivo patto generazionale.
Il PD, che al suo nascere prometteva questa semplice rivoluzione, sta oggi arrancando perché ha disatteso, per ora, questa aspettativa. Ricette di vecchia politica hanno subito fatto intuire alla gente che le cose stanno ritornando a tristi momenti del passato, giocando sulla mancanza di coraggio di una generazione oppressa da un lato dai problemi della quotidianità e dall’altro lato da un’insicurezza determinata da un basso livello di autostima. Credo che bisogna ripartire da quel sogno costruito fino al 14 ottobre 2007. La vera soluzione alla questione morale arriverà non da un vertice di partito (per quanto autorevole e legittimo), ma da un motto di coraggio della maggioranza silenziosa del popolo, dal rimboccarsi le maniche della camicia di chi oggi subisce e non agisce. E’ la massa che deve muoversi, trovando democraticamente la propria rappresentanza fatta di uomini e donne che vivono i problemi della quotidianità. E smettiamola di idealizzare singole persone che mi pare siano più giganti in un mondo di nani che altro.

2 commenti:

Mauro Sanna ha detto...

Chissà a chi alludevi con quel giganti in un mondo di nani. A me viene in mente solo il gigante di Sanluri.
Condivido, mi fa solo paura il fatto che ci siano troppi nani in giro e che lui possa apparire un gigante solo per questo.

Anonimo ha detto...

.....a chi lo dici...ho letto poi il documento della Direzione di ieri...dopo Fresu, l'idea di Saviano è magnifica...