sabato 12 novembre 2011

Mario Monti

Secondo me l'idea di un governo Monti in questo momento è l'unica percorribile (per quel che vale il mio parere). E sinceramente capisco poco le inquietudini di quelli che dicono "ma come, è un economista! è uno di quelli che ha gettato il mondo nel baratro!": le cose non stanno propriamente così, il baratro ce lo siamo scavato noi, con 1900 miliardi di debito pubblico accumulato nei decenni e una società totalmente ingessata dentro corporazioni utili per i singoli e i gruppi, non per l'intero. E quando hai guai economici vai dall'economista, proprio come quando hai mal di gola vai dal medico.
Quello che però mi fa pensare è l'attesa quasi messianica intorno al governo (possibile, non ancora probabile) del nostro. A parte le attese dei mercati, che fanno presto a disilludersi e a punire, è l'attesa e quasi l'esultanza dell'opinione pubblica che ancora una volta aspetta e spera di aver trovato il salvatore. Proprio, il paragone è obbligato, come era successo con Berlusconi. Incapaci di riformarsi da soli, timorosi che il rinnovamento comporti il guadagno per il prossimo e la fregatura per sé (in un meccanismo che gli Italiani conoscono bene) abbiamo sempre rimandato il cambiamento e abbiamo sperato nel singolo che ci facesse tutti miliardari come lo era lui, nel caso di Berlusconi, e che blocchi il sole con una mano impedendo che ci tornino le pezze al sedere nel caso di Mario Monti.
A sinistra questo meccanismo è ancor più esaltato, in primo luogo perché la sinistra vive nella propria ideologia di rivoluzioni e di salvatori, di grandi padri, e perché a far da corollario alla grande rivoluzione c'è sempre la questione del grande lavoro da fare. In Italia, dove la rivoluzione proletaria non è mai stata in questione, la sinistra ha sempre ribadito la necessità di riforme eccezionali, che rivoltassero la società come un calzino. Non si sono mai fatte riforme normali per un paese normale, perché abbiamo sempre pensato a riforme eccezionali che ci trasformassero di punto in bianco in un misto sconosciuto di italo-tedeschi-american-sovietici, chissà. Ecco perché le parole di Monti, realistiche e purtroppo drammatiche, sul grande lavoro da fare, quasi ci esaltano, ci spingono nelle braccia del gran rivoluzionario, che come tutti i rivoluzionari da Robespierre in poi non vuole salvare il pianeta come ha fatto Gesù cristo col proprio sangue, ma col nostro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto che sei così acuto, ti sei chiesto perchè Mario Monti? Qual'è il filo che lega lui, Prodi, magari anche Mario Draghi che era un altro dei nomi papabili... pensaci un attimo, guarda oltreoceano, non ti sarà difficile ma non sprecare quest'occasione per capire cosa è più di un rischio tangibile e cosa questi ultimi anni di politica italiana hanno significato. Poi ne riparliamo ma se vuoi continuare ad indossare dei paraocchi da vero democrat beh, fai pure! ;)

Anonimo ha detto...

bel finale