martedì 29 novembre 2011

Fesserie


Grazie all'età vado comprendendo vieppiù l'importanza della letteratura. E inizio a condividere il convincimento di Tzvetan Todorov che dice che è meglio che gli storici cerchino di avvicinare la loro disciplina più a questa che non alle scienze esatte.
Ma il punto è in realtà un altro: guardavo qualche puntata di Mad Men, affascinato insieme dalla storia, dai dialoghi e da quella capacità di unire quelle due cose per ricostruire un'epoca intera e una società intera. La letteratura come strumento di comprensione per segni ulteriori. Insomma, come ha detto Aldo Grasso sul Corriere di domenica scorsa, un vero romanzo. E ho ripensato al più bel romanzo che ho letto di recente, La famiglia Moskat di Singer, e mi sono domandato, come fa uno che non ha proprio talento: ma a Singer e agli autori di Mad Men, ma loro, pensano prima alla storia, ai dialoghi, ai personaggi (e quindi Singer immagina Meshulam Moskat che torna in carrozza dalle vacanze a Baden e Don Draper sbevazza whiskey dal mattino alla sera?), o alla parte che definirei più strutturata dal punto di vista storico: cioé si dicono "e che ne dici se ci mettiamo a descrivere la società americana degli anni '60 e analizziamo un passaggio epocale della storia dell'Occidente infarcendolo di storie?"; o alla Singer: "ora descrivo la fine dell'ebraismo polacco attraverso gli occhi di una famiglia".
Ma ora che scrivo aggiungo "who cares?" e sento la voglia di guardarmi un'altra puntata.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

credo semplicemente che gli autori, Sia Singer che gli autori di Mad Man volessero/vogliano descrivere un'epoca che apparteneva alla loro infanzia o adolescenza, entrambi attraverso la storia di una famiglia che per affermarsi aveva bisogno della menzogna che poi fosse magari quella rutilante di Madison Avenue non la fa, per chi legge o per chi guarda, meno amara. Ti consiglio, se non lo hai già letto "Menzogna e sortilegio" di Elsa Morante, assisterai alla fine della borghesia italiana e l'amaro in bocca sarà lo stesso.

Anonimo ha detto...

insomma, ogni generazione assiste alla fine di un'epoca, così si dice, solo che se ne rende conto quando decide di raccontarsi, e chissà a quale fine di cosa stiamo partecipando noi, magari al default del capitalismo, perciò meglio non dirlo a giulietto chiesa, sennò chissa che ghigni!

Mauro Sanna ha detto...

Però a me mica Mad Men o la famiglia Moskat hanno lasciato l'amaro in bocca.

Mauro Sanna ha detto...

e poi, Matthew Weiner l'ideatore di Mad Men è del '65, quindi l'epoca che descrive non gli appartiene.