sabato 18 giugno 2011

Chernobyl

Siamo imbevuti dell'idea che la grandezza e la forza delle personalità siano gli unici fattori che spiegano gli avvenimenti drammatici, sia che si tratti di successi sia che si tratti di catastrofi, e che soltanto nella mediocrità ci sia salvezza. In questo senso, senza che noi lo vogliamo siamo eredi del Rinascimento e del Romanticismo. Deploriamo che un individuo come Hitler sia giunto al potere: eppure, dietro la nostra deplorazione, chi sa che non si annidi il sospetto che egli fosse, dopo tutto, un "grand'uomo", un genio del male, se si vuole, ma insomma un genio. Il nostro giudizio si basa infatti sulle spettacolari conseguenze del potere da lui esercitato, e non riusciamo ancora ad afferrare le diaboliche possibilità di ciò che è mediocre. In pratica noi siamo convinti che il genio sia l'unico compagno di partita degno di Mefistofele.
F.M. Cataluccio, Chernobyl, Palermo 2011, pp. 39-40.

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