Qualche mattina fa sono passato in auto intorno alle undici
e mezza sulla rotatoria del mercato e ho visto una famigliola di turisti probabilmente
stranieri col solito padre armato di guida che ossservavano il cancello chiuso
della discesa del Rosello. Ho sorriso amaramente ripensando alla solita frase
"Sassari città turistica" e a quante volte ho visto piccoli gruppi di
disperati in ciabatte, privati della spiaggia da una maestralata o dalle
allucinazioni culturali del solito padre armato di guida, che si recano a
"Sassari città turistica" e si ritrovano davanti a cancelli chiusi o
al contrario entrano entusiasti nelle 2 sale del museo G.A. Sanna ("uno
dei più importanti d'Italia", questa è una citazione ma per pochissimi
proprio).
E mentre pensavo queste cose, sempre sulla rotatoria, mia
moglie mi fa: "Chissà che ricordo avranno quando tornano a casa". E
mi è venuto prima da dire: "Il solito ricordo delle città del Sud, no?,
così pittoresche proprio perché disorganizzate", ma poi ci ho ripensato: e
invece no, perché noi, non solo Sassaresi, direi tutta o quasi l'isola,
sappiamo unire in noi la disorganizzazione e approssimazione del più profondo
Sud, senza però averne quella sorta di incomprensibile allegria, quel
menefreghismo allegro e quasi cantato che si incarna negli stessi accenti e
nelle lingue del Sud. Ci manca completamente la psicologia del suk che fa tanto
Sud, anche perché siamo sempre stati poveri come nessun altro, chi se lo poteva
permettere il suk? Siamo silenziosi, rancorosi, bui, come se fossimo nati nelle
brume della Normandia (che ne so poi io della Normandia), e disorganizzati e
sciatti come nei peggiori quartieri di Napoli.
Ecco cosa mi rimarrebbe a me tornatomene a casa, una straniante
tristezza.
3 commenti:
Vecchia storia, questa, ma anche vera (senza dire "purtroppo"). Di occasioni ne abbiamo avute tante per aspirare a essere qualcosa che assomigli vagamente a una città turistica o semplicemente a una città. Tutte o quasi miseramente fallite. Per i turisti che vogliono andare a Rosello: che si accontentino di rimirare la rotatoria, oppure il nuovo Mercato Civico, oppure provino a visitare la chiesa della SS. Trinità (sempre che la trovino aperta). In alternativa, entrino da Tullietto a fare il pieno di sassareseria.
Dai retta a me, emigra!
questo post puoi conservarlo e ripostarlo l'estate prossima e magari anche quelle a venire. Tanto non sarà cambiato niente!
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