giovedì 1 agosto 2013

Sassari in carthulina

Qualche mattina fa sono passato in auto intorno alle undici e mezza sulla rotatoria del mercato e ho visto una famigliola di turisti probabilmente stranieri col solito padre armato di guida che ossservavano il cancello chiuso della discesa del Rosello. Ho sorriso amaramente ripensando alla solita frase "Sassari città turistica" e a quante volte ho visto piccoli gruppi di disperati in ciabatte, privati della spiaggia da una maestralata o dalle allucinazioni culturali del solito padre armato di guida, che si recano a "Sassari città turistica" e si ritrovano davanti a cancelli chiusi o al contrario entrano entusiasti nelle 2 sale del museo G.A. Sanna ("uno dei più importanti d'Italia", questa è una citazione ma per pochissimi proprio).
E mentre pensavo queste cose, sempre sulla rotatoria, mia moglie mi fa: "Chissà che ricordo avranno quando tornano a casa". E mi è venuto prima da dire: "Il solito ricordo delle città del Sud, no?, così pittoresche proprio perché disorganizzate", ma poi ci ho ripensato: e invece no, perché noi, non solo Sassaresi, direi tutta o quasi l'isola, sappiamo unire in noi la disorganizzazione e approssimazione del più profondo Sud, senza però averne quella sorta di incomprensibile allegria, quel menefreghismo allegro e quasi cantato che si incarna negli stessi accenti e nelle lingue del Sud. Ci manca completamente la psicologia del suk che fa tanto Sud, anche perché siamo sempre stati poveri come nessun altro, chi se lo poteva permettere il suk? Siamo silenziosi, rancorosi, bui, come se fossimo nati nelle brume della Normandia (che ne so poi io della Normandia), e disorganizzati e sciatti come nei peggiori quartieri di Napoli.

Ecco cosa mi rimarrebbe a me tornatomene a casa, una straniante tristezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vecchia storia, questa, ma anche vera (senza dire "purtroppo"). Di occasioni ne abbiamo avute tante per aspirare a essere qualcosa che assomigli vagamente a una città turistica o semplicemente a una città. Tutte o quasi miseramente fallite. Per i turisti che vogliono andare a Rosello: che si accontentino di rimirare la rotatoria, oppure il nuovo Mercato Civico, oppure provino a visitare la chiesa della SS. Trinità (sempre che la trovino aperta). In alternativa, entrino da Tullietto a fare il pieno di sassareseria.

Anonimo ha detto...

Dai retta a me, emigra!

Anonimo ha detto...

questo post puoi conservarlo e ripostarlo l'estate prossima e magari anche quelle a venire. Tanto non sarà cambiato niente!