giovedì 18 aprile 2013

Sempre lì a fare il bastian contrario


A me Stefano Rodotà è sempre piaciuto molto. Un rigore morale percepibile sin dalla rigidità del suo volto e del suo parlare lento, un andamento professorale nei confronti del quale provo un innegabile debole (tipo Monti per intenderci). E poi è di sinistra, ah, è di sinistra come solo un professore universitario sa esserlo; dirò di più, è di sinistra come solo un indipendente di sinistra sa esserlo. Uno che non prende tessere, ma che accetta le offerte fatte da sinistra alla sua nobile persona e intelligenza. Perché la sinistra sa riconoscere la parte migliore dell'Italia.
Sarebbe un ottimo presidente della Repubblica? Chi può dubitarne, e a dire il vero non ne dubiterei, il miglior custode della migliore Costituzione del mondo, come dice da anni la sinistra e come dice anche Beppe Grillo da qualche tempo.
Solo che, almeno ai miei occhi, solo ai miei, il prof. Rodotà ha fatto un errore, non ha detto no alla candidatura propostagli dal M5S. Il movimento più populista che si sia mai visto in Italia. Che nega la libertà di mandato per l'eletto, al quale impone una almeno teorica pura funzione di portavoce di una volontà democratica telematica del popolo (forse è questo il richiamo della foresta per la sinistra italiana e quindi anche per Rodotà: il popolo, così si materializza l'immagine di migliaia di piccoli soviet dove i russi a milioni discutevano in locali di legna scarsamente scaldati dai loro corpi e dalla legna nella notte russa, ma dove il popolo prendeva decisioni epocali, rivoluzionarie). Che impone ai suoi eletti di non viaggiare sulla TAV, perché antiecologico e antipopolo. Che impone agli eletti di non dormire mai e soprattutto non sulla TAV, perché il popolo va servito h24, come facevano Stalin e Mussolini.
Mi chiedo se Rodotà ci ha pensato a queste facezie, a queste inezie, quando ha detto sì alla candidatura a PdR da parte di Grillo. Ma che importanza ha questo? "In fondo, avrà pensato, se mi chiedono di candidarmi, dico, a me, che io sono STEFANO RODOTA', mica PAOLO BONOLIS, ci avranno pensato, no? se l'hanno chiesto a me, che sono STEFANO RODOTA', non devono essere poi così male, no? Devono essere di sinistra anche loro allora. E poi, mica me l'ha chiesto Storace, o, peggio Berl.... no, non posso pronunciare quel nome, mmmhh, okkei accetto".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandioso come sempre.

Anonimo ha detto...

mi a me mih! Con l'età avanza anche l'ego oltre al desiderio dei dolci.