giovedì 19 novembre 2009

A che serve Manzoni

Quanto più invecchio tanto più apprezzo Manzoni. La sua incredibile ironia nel descrivere i tipi umani, la sua capacità di penetrare la natura umana con un linguaggio meravigliosamente scevro da psicologismi post-freudiani rende la sua lettura un miracolo di piacevolezza. Uno strumento da sfoggiare per chi ha memoria migliore della mia.
E così, guardando e ascoltando le informazioni relative all'influenza A mi è venuto in mente che tutto ciò a cui assistiamo in questi mesi di collettiva oscillazione tra la psicosi e l'indifferenza è già plasticamente rappresentato ne I Promessi Sposi, soprattutto mi torna in mente tutti i giorni don Ferrante: "la scienza è scienza; solo bisogna saperla adoprare. Vibici, esantemi, antraci, parotidi, bubboni violacei, furoncoli nigricanti, son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell'e buono; ma dico che non che fare con la questione. Chi nega che ci possa essere di queste cose, anzi che ce ne sia? Tutto sta a veder di dove vengano." … His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle".
E con Novartis aggiungo io.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo, anche se Manzoni non è tra le dieci cose che frequentano il mio comodino. A proposito di vaccini, Topo Gigio dovrebbe essere inquisito per falso ideologico.